lunedì 4 luglio 2016

Un tentativo ragionevole per risolvere l’accensione del detonatore che più ci preoccupa: la fame


In un recente incontro sulla centralità dell’agricoltura, il Collega Massimo I. “riscoprì” la Carta di Maccarese che avevamo preparato nel 2001, qualche settimana prima del G8 di Genova. I tragici fatti di allora annullarono ogni buon proposito. A seguito della sua “riscoperta” alcuni fra gli aderenti alla Carta hanno risposto e inviato brevi commenti, di seguito sintetizzati: «in qualche tratto la carta può apparire un pò ingenua, ma questo significa solamente che la situazione ora è ancora più incarognita di qualche anno fa e che quindi molte speranze di allora rischiano di essere solo utopie al giorno d’oggi»; « la freschezza e la lungimiranza che conserva»; «sono d’accordo sulla sua inossidabile attualità. A 13 anni di distanza aggiungerei solo una cosa: oggi gli stati ricchi e i ricchi in generale non possono pensare – al di là del giudizio etico – di potersi godere in pace la propria ricchezza. Prima o poi arriva il momento del redde rationem. Come sempre è meglio prevenire. Ma siamo ancora nel buio pesto…»; «noi avevamo fatto un tentativo ragionevole per risolvere l’accensione del detonatore che più ci preoccupa: la fame»; «Sarebbe bello se potessimo aprire un dibattito in questo campo, un dibattito pubblico anche se virtuale. Potrebbe la FIDAF esserne promotore?». Il tema è di sicura attualità. L’EXPO2015, Feeding the planet – Energy for life sta a testimoniarlo. FIDAF apre il dibattito su agriCulture, ove appare la versione in italiano e quella in inglese.

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