lunedì 4 luglio 2016

Nel 2050 sulla Terra saremo nove miliardi: come faremo a mangiare tutti?

Mi ritornano in mente le parole che ho letto, quelle attribuite al prof. Tommaso Maggiore. Bisogna aprire un dibattito intorno a questi temi, è necessario farlo perché ne va della vita di tante persone umane.
Riporto le parole che ho letto:

Nel 2050 sulla Terra saremo nove miliardi: come faremo a mangiare tutti? La risposta è nell’agricoltura, l’unica risorsa che ci consente di produrre il cibo che consumiamo: non solo fibre, ma anche grassi e proteine, attraverso i foraggi impiegati per allevare gli animali da carne e da latte. «Il problema, però», spiega Tommaso Maggiore, professore di Agronomia e coltivazioni esterne all’Università di Milano, «è che non potremo contare su un aumento del territorio a disposizione. Attualmente sono messi a coltura nel mondo un miliardo e mezzo di ettari e, a meno di non procedere a una deforestazione selvaggia, non possiamo pensare di incrementare significativamente questa superficie, che anzi verrà sempre più erosa dalla crescita delle aree urbane».
Cosa fare allora per produrre il cibo? «Aumentando la resa delle varietà coltivate», sostiene Maggiore, «come del resto abbiamo fatto senza sosta nell’ultimo secolo. Basti pensare che agli inizi del '900 le coltivazioni di pomodoro producevano da 60 a 70 quintali per ettaro, oggi ne garantiscono 1000-1200».
E il pomodoro non è l’unico esempio: dal 1945 la resa del grano duro è passata da 6,8 a 32 quintali per ettaro, il grano tenero da 10,4 a 53,5 quintali, il mais addirittura da 11,4 a 96,4, che equivale a un aumento di un quintale per ettaro all’anno negli ultimi cinquant’anni.

Questo c’è da fare, questo dobbiamo fare. Ci sono delle resistenze da parte dell’opinione pubblica sugli OGM. Eppure gli studi del compianto prof Norberto Pogna hanno dimostrato l’assoluta sicurezza degli OGM. Ma le persone non accettano questo e soprattutto siamo in pochi ad avere le informazioni che pervengono dagli scienziati di genetica vegetale.
Io stesso è da poco che sono stupito (spero non stupido) dalle informazioni che mi sono arrivate solo grazie all’esuberanza del prof Tommaso Maggiore e alle indicazioni del presidente della Fidaf Luigi Rossi.
Il 14 luglio sono stato invitato a una tavola rotonda sule menunceddrhe, popuneddrhe o caroselli ecotipi della specie Cucumis melo L. coltivati nel Salento leccese e vorrei cercare di comunicare ciò che mi è stato indicato.

Antonio Bruno

L’intervista del prof. Tommaso Maggiore è tratta dall’articolo di Riccardo Oldani, La ricerca si alimenta sul N° 1 di Newton del 2011

Nessun commento:

Posta un commento