venerdì 6 novembre 2015

Xylella, Prof. Vincenzo Calò: “Ulivi seccano perché debilitati”

Xylella, Prof. Vincenzo Calò: “Ulivi seccano perché debilitati”
by MARCELLO GRECO 1 NOVEMBRE 2015
Lo scienziato: “Eradicazioni inefficaci, dateci la possibilità di curare gli ulivi”. “Cattiva agricoltura causa del disseccamento”. “Vorrei parlare con Emiliano ma non mi ha mai risposto”.

Il professor Vincenzo Calò, professore ordinario di chimica organica presso l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, insegnante di chimica organica per biologia e farmacia, ha contattato la nostra redazione per offrire un suo contributo scientifico alla questione della xylella e del disseccamento rapido degli ulivi.
Il prof. Calò è uno scienziato autore di numerose pubblicazioni scientifiche sulle migliori riviste internazionali e collabora con il suo gruppo di ricerca, con importanti istituzioni di ricerca in Russia, Francia, Polonia e Spagna. Con il suo staff, negli anni ‘70 riuscì a isolare il feromone della mosca dell’ulivo, scoprendo così un trattamento poco invasivo per proteggere l’albero dall’azione dannosa di questo insetto.
Noi con molto piacere abbiamo deciso di dare spazio alle sue opinioni sul disseccamento degli ulivi del Salento.
Lo scienziato mette in discussione le conclusioni e le proposte pervenute dal team di esperti che finora hanno guidato lo studio per contrastare il fenomeno xylella. Pertanto ha sentito l’esigenza di fare attività di divulgazione per possibili metodi scientifici. Di seguito l’intervista.
Secondo lei è la xylella a far seccare gli ulivi? O quantomeno dà un contributo al disseccamento rapido?
Le prove di patogenicità della xylella non sono state ancora pubblicate. Gli unici dati a nostra disposizione mostrano che soltanto 1,8% dei campioni, prelevati dai focolai, è risultato positivo a xylella. Si può ascrivere la responsabilità a xylella con questi numeri?
“Ha capito perfettamente il problema. L’1,8% non è un dato statisticamente significativo. Secondo me la xylella è probabilmente presente da secoli negli uliveti del Mediterraneo, solo che prima non si avevano attacchi notevoli perchè le coltivazioni erano effettuate “ad arte”. Cioè i contadini aravano i campi. Invece ora no. Le immagini televisive dei terreni ad uliveto sono sconfortanti: terreni completamente compattati che non permettono l’interramento delle foglie e l’areazione del terreno”.
Non sono efficaci secondo lei le eradicazioni?
“Non funzionano perché i batteri stanno lì ormai e non attaccano se non la parte aerea delle piante”.

Cos’è che fa seccare gli ulivi?
“A far seccare gli ulivi del Salento sono le condizioni di debilitazione in cui si trovano. L’agricoltura salentina è stata la causa del disseccamento. Sotto gli ulivi non si è fatta nessuna coltivazione, il terreno si compatta perché così è più facile raccogliere con la scopa o con altri mezzi di aspirazione le olive cadute per terra.
L’erba cresciuta sotto gli alberi è stata eliminata utilizzando una grande quantità di diserbanti.
prof vincenzo calò
Prof. Vincenzo Calò
Tutti gli esseri viventi, ad eccezione di batteri e virus, possiedono la cosiddetta catena respiratoria. La nostra ci permette di vivere perché fornisce l’energia necessaria per tutti i processi vitali. Questo vale per l’uomo, per tutti gli animali, ed anche per i vegetali in quanto ci siamo evoluti insieme.
Anche l’ulivo ha nelle sue cellule un sistema di produzione di energia che serve a fabbricare le nuove foglie e far crescere la pianta. Negli uomini, animali e vegetali per far funzionare la catena respiratoria sono indispensabili tre ioni metallici: magnesio, rame e ferro. Senza questi metalli la catena respiratoria non funziona, non si produce energia e l’individuo muore. Quando questi scarseggiano, l’individuo si indebolisce e si espone all’attacco di batteri, virus e parassiti come noi sperimentiamo.
Noi umani questi sali li ingeriamo con il cibo. Per quanto riguarda le piante (come l’ulivo ovviamente) c’è un riciclo naturale: durante i periodi caldi dagli alberi cade un certo numero di foglie. Se il terreno è arato, le foglie interrate sono decomposte da funghi e batteri che si nutrono della cellulosa della foglia liberando questi metalli che, assorbiti dalle radici delle piante, permettono il riciclo naturale.
Se il terreno non è coltivato, non è arato le foglie in superficie si possono decomporre, ma molto più lentamente. L’uso concomitante dei diserbanti contribuisce al depauperamento di questi sali. Esperimenti da me condotti in laboratorio hanno evidenziato che il diserbante, reagendo con questi sali, forma dei complessi insolubili in acqua comportandosi da sequestrante.
L’energia alle piante serve anche a produrre glucosio e quindi cellulosa. La foglia, grazie alla fotosintesi clorofilliana, sintetizza il glucosio. Il glucosio è polimerizzato a cellulosa, costituente dei rami, tronco e foglie. Per ottenere la cellulosa, la pianta consuma molta energia. La deficienza di questi sali provoca debilitazione per gli ulivi del Salento, avendo questi una catena respiratoria poco funzionante. Anche noi, come gli animali e le piante, in mancanza di questi metalli, ci troveremmo in condizioni di debolezza e quindi batteri e virus avrebbero maggiore probabilità di provocare danni”.
La xylella contribuisce al disseccamento degli ulivi?
“Secondo me molto meno se le pratiche colturali fossero adeguate”.
Cosa dovrebbero fare quindi i contadini?
“Si dovrebbe fare innanzitutto l’aratura periodica.
Inoltre, si deve spargere sul terreno, ma solo temporaneamente, un po’ di questi sali: solfato di magnesio, che permette oltretutto la fotosintesi, solfato di rame e solfato di ferro.
La cosa che bisogna assolutamente evitare, perché i danni saranno enormi, è l’uso dei diserbanti. I contadini spesso comprano il diserbante e lo spruzzano sull’erba distruggendo anche la biodiversità di cui si parla tanto oggi.
E’ necessario quindi limitare al massimo l’uso di questi prodotti che contribuiscono alla distruzione della biodiversità. Biodiversità significa anche che ogni pianta ha i suoi insetti ospiti, buoni o cattivi. Questi insetti possono essere buoni per combattere altri insetti su una pianta diversa.
Noi facciamo parte di un ambiente e siamo il derivato di un’evoluzione biologica che ci ha portati tutti insieme a camminare lungo questa strada per miliardi di anni”.
Cosa propone per contrastare il disseccamento degli ulivi?
“Bisogna portare avanti un’idea scientifica che possa convincere la gente che è possibile innestare una cura, un sistema per salvare gli ulivi. Quella di lasciare 100 metri tra quelli abbattuti e quelli sani per evitare il contagio non è sufficiente a parer mio.
foglia di ulivoQuello che dico è: fateci provare a curare gli ulivi. Lì dove è stata creata la “terra di nessuno” piuttosto che abbattere gli alberi sani, spargerei i sali di cui ho parlato e non userei diserbanti. Oltretutto le piante che sono poco o mai potate non sono stimolate a germogliare. Così le foglie sono più indebolite e più soggette agli attacchi di virus, batteri ed insetti. Contro il cosiddetto parere degli esperti cerchiamo di combattere la xylella con metodi naturali salvando la nostra cultura mediterranea da una pestilenza chiamata Globalizzazione che vuole imporci, per puro profitto, prodotti come l’olio di palma già utilizzato in molti prodotti al posto dell’olio di oliva.
Ho notato, quando tagliavano gli ulivi, che sotto c’erano i polloni verdi. Come mai sono seccate le foglie ed i polloni no? Se proprio volevano fare un’opera di prevenzione, potevano tagliare l’albero e lasciare i polloni. Avrebbero dovuto attendere 10 anni per avere nuovamente il frutto. Il fatto è che l’ulivo è un albero mediterraneo e quindi a lenta crescita, si è adattato bene al nostro ambiente e quindi secondo me la xylella o chi per lei c’è stata e ci sarà sempre. Il discorso è tenere le condizioni colturali in modo sano, equilibrato e soprattutto, ripeto, soprattutto non usare i diserbanti assolutamente perchè sono una peste per gli ulivi.
Non esiste il metodo per la xylella. L’unico metodo è quello di riportare le piante nella loro attività normale.
Io rilasciai un’intervista a Telepuglia e dissi tutte queste cose. I contadini di Fasano e Ostuni, che sapevo avessero ascoltato l’intervista, hanno arato perfettamente i terreni”.
Perché è stato attaccato solo il Salento e quasi esclusivamente l’area ionica?
“Le ripeto, la causa è delle cure colturali praticate. Non si parla di xylella ad Andria, a Corato, a Casamassima, Barletta, Canosa, Cassano Murge… dove ci sono enormi boschi di ulivi che sono un capolavoro da vedere.
Il batterio si deve trovare nelle condizioni migliori per poter attaccare mentre la pianta nelle condizioni peggiori. Se non si ara, mancano questi metalli fondamentali di cui le ho parlato, la pianta non può rimpiazzare le foglie con foglie nuove per la fotosintesi e quindi ricavare energia debilitandosi esponendosi all’attacco dei batteri”.
Debilitazione delle piante, eliminazione della biodiversità: ci sono degli interessi che portano a queste conseguenze?
“Quando la natura viene comandata da Wall Street, dalla Borsa di Milano o di Londra, i risultati sono questi: distruzione totale. Perché questi qua hanno un solo obiettivo: far soldi. Allora tutte le industrie farmaceutiche e chimiche tendono ad ottenere i più grandi vantaggi economici possibili. Stanno distruggendo la foresta brasiliana, stanno distruggendo foreste millenarie per piantare palme da olio”.
Che danni provoca l’olio di palma?
“L’olio d’oliva è una miscela di grassi saturi e grassi insaturi. Il rapporto tra saturi e insaturi è fondamentale. Nell’olio d’oliva la percentuale degli insaturi è molto alta, per cui fa bene al cuore, che ha bisogno di acidi insaturi per tenere a bada il tasso di colesterolo e le coronarie un po’ più pulite. L’olio di palma è l’esatto opposto. C’è in atto un tentativo di togliere di mezzo altri oli (come olio di oliva, di arachidi, di girasoli), per favorire quello di palma, che è più economico”.
Ha provato a parlare con il Governatore Michele Emiliano?
“Vorrei tanto parlare con il Presidente della Regione. Ho provato a contattarlo, ma non ho avuto risposta, come da Vendola a suo tempo. A questo punto ti scoraggi e ti chiedi “ma chi me lo fa fare ad impelagarmi in queste cose?”. Ma, quando tornavi in Puglia da un viaggio, ti si apriva l’anima nel vedere gli ulivi che ti venivano incontro. Io sono un po’ poetico, ma senza poesia non si può fare molto. Bisogna correre ai ripari, ora, prima che commettano un delitto.
Ho imparato, durante la ricerca per isolare il feromone della mosca dell’ulivo, quale profonda relazione reciproca esista tra l’albero e l’insetto. Questo ha indotto in me quello che chiamo umanesimo scientifico ed un approccio soft per combattere senza troppi pesticidi gli insetti dannosi per la agricoltura”.
Fonte: http://www.tagpress.it/ambiente/xylella-prof-vincenzo-calo-ulivi-seccano-perche-debilitati-20151101

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