venerdì 17 aprile 2015

Non esiste al momento alcuna evidenza scientifica che comprovi l’indicazione che alcuni funghi, piuttosto che il batterio Xylella fastidiosa, siano la causa primaria della sindrome del disseccamento rapido degli ulivi osservata in Puglia


“Era attesissimo da tutti, ma, ora che è arrivato, il nuovo parere dell’Efsa sulle cause della moria degli ulivi nel Salento: 
“Non esiste al momento alcuna evidenza scientifica che comprovi l’indicazione che alcuni funghi, piuttosto che il batterio Xylella fastidiosa, siano la causa primaria della sindrome del disseccamento rapido degli ulivi osservata in Puglia”. 
Questo scrivono i ricercatori dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare, che hanno analizzato il materiale fornito alla Commissione europea da Peacelink e da associazioni del territorio. Si tratta di studi scientifici relativi alla possibile azione di funghi tracheomicotici a firma di Antonia Carlucci, ricercatrice dell’Università di Foggia, e di due video e due certificati di analisi del terreno che riferiscono di trattamenti di oliveti, usando prodotti naturali, nella zona del Gallipolino. La stessa Carlucci è stata ascoltata in un’audizione tenutasi nella sede di Parma il 15 aprile scorso.”

L'osservazione è l'attività che consegue a questa ipotesi e tale attività è possibile senza alcun contributo economico. I medici come Moschettini, utilizzarono l'osservazione. Fino al secolo scorso, gran parte della clinica era basata sull'esperienza personale, che consentiva ai "maestri" di ricondurre ogni caso a uno analogo trattato in precedenza. Già Claude Bernard a metà dell'Ottocento, nell'introduzione allo studio della medicina sperimentale (1865), ironizzava su coloro che anteponevano alla logica sperimentale l'intuito e l'occhio clinico, considerati come "negazioni della scienza". In seguito, con l'ampliamento delle conoscenze scientifiche, si è rafforzato il concetto che l'esperienza personale non fosse adeguata a fornire una risposta a tutti i quesiti clinici che si presentavano al medico; alcuni eventi avvengono cosi di rado da non poter essere apprezzati neanche dal più acuto e rigoroso osservatore.
Fare previsioni sul futuro è un esercizio alquanto difficile, ciò non significa che immaginare quello che potrebbe verificarsi in un arco di tempo più o meno lontano sia un’impresa impossibile, ma non possiamo neanche affidare decisioni importanti al verdetto di un oracolo o ad un veggente. La previsione è ancora più problematica quando ci si trova di fronte a Sistemi Complessi Adattattivi che non ci consentono di prevedere con matematica certezza i diversi stadi in cui il sistema evolverà, visto che non si basano unicamente sulle leggi deterministiche di causa-effetto.
I Sistemi Complessi Adattativi vedono al loro interno una fitta rete di componenti e fattori determinanti intrecciati tra loro, capaci di interagire e di adattarsi alle modifiche ambientali, sulle quali si inseriscono altri scenari che rendono ancora più ardua la previsione.
Ecco perché è mia opinione che sarebbe opportuno mettere in atto un approccio sistemico e che prenda le mosse dalla complessità che però, sino a questo momento, io non ho notizie sia stato proposto.


COMPORTAMENTO PATOGENETICO DI ALCUNI ISOLATI FUNGINI ASSOCIATI A STRIATURE BRUNE DEL LEGNO DI OLIVO
Antonia Carlucci, Francesco Lops, Maria Luisa Raimondo, Valentina Gentile, Luigi Colatruglio, Massimo Mucci, Salvatore Frisullo
Dipartimento di Scienze Agro-ambientali, Chimica e Difesa Vegetale,
Università degli Studi, Via Napoli 25, I-71100 (FG)
E-mail: s.frisullo@unifg.it
Sono riassunti i risultati di una prova pluriennale intesa ad accertare il comportamento di dieci specie di funghi isolati dal legno imbrunito di olivi in parecchie località della Puglia nei confronti di piante di olivo cvv. Carolea, Coratina e Leccino. Le piante di olivo di 4 anni utilizzate per i saggi di patogenicità sono state inoculate nel febbraio del 2000 con tre modalità. I rilievi dei sintomi effettuati un anno (2001) e sei anni (2006) dopo l’inoculazione hanno indicato che cinque specie di Phaeoacremonium e un isolato identificato come Lecythophora lignicola (ma, probabilmente, una specie di Phaeomoniella) avevano causato, con vari gradi d’estensione e di gravità, striature brune del legno in alcuni casi lunghe oltre un metro. Inoltre, P. aleophilum, P. inflatipes e L. lignicola hanno causato sintomi sulla chioma, in particolare clorosi delle foglie, filloptosi e seccume dei rametti. Le inoculazioni di un isolato di Fomitiporia sp. eseguite nel 2004 hanno portato a stadi iniziali di carie bianca nei successivi quattro anni. Viene discussa la possibilità che Olea europaea sia un ospite arboreo dei medesimi funghi che sono associati all’esca della vite.
Parole chiave: Striature brune del legno, Olivo, Funghi lignicoli, Carie del legno

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