sabato 30 agosto 2014

Veronica Vizzarri, esperta di patologia vegetale del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura e olivicoltura (Cra-Oli) di Rende, in Calabria.


“Anche una pianta soggetta a ottime cure può essere contagiata e il problema principale è dato proprio dalle cicaline”, sottolinea Vizzarri.Il meccanismo degli insetti-vettore è ormai noto: succhiando la linfa dagli alberi già infetti, si impossessano del batterio della Xylella e lo custodiscono nel proprio canale alimentare. Alle cicaline basterà, poi, nutrirsi della linfa di un ulivo sano per infettarlo. “E una volta che il batterio è all’interno non c’è modo di tirarlo fuori”, conferma la ricercatrice, specificando, però, che il processo di essiccamento della pianta (dovuto all’ostruzione dei vasi xilematici, causata dalla Xylella), si verifica in modo più lento sugli alberi curati e in buona salute.
Sconfiggere il batterio, dunque, è impossibile? “ In Italia, l’uso fitoiatrico di antibiotici efficaci, impiegati per esempio in America, non è consentito. Ciò che invece si può e si deve fare – ribadisce l’esperta, in linea con alcune delle proposte e delle disposizioni europee già avanzate – è curare le piante in modo costante, operando un monitoraggio diffuso, anche sugli ulivi in apparenza asintomatici”. Vizzarri, inoltre, sottolinea che, “semmai si verificasse una remissione dei sintomi sulle piante infette, il batterio sarebbe sempre presente e potrebbe riprendere a proliferare in qualsiasi momento.” È importante, dunque, pensare a dei trattamenti sinergici e a tutto tondo, che prevedano, come proposto, anche l’uso di pesticidi e, dove necessario, l’eradicazione. In questo caso estremo la patologa raccomanda: “Occorre che gli interventi siano mirati e che si valuti in modo appropriato il rapporto costi-benefici. Anche per l’impiego di insetticidi bisogna agire con criterio, considerando le possibili conseguenze sulle colture biologiche e sugli insetti impollinatori.”
Veronica Vizzarri, esperta di patologia vegetale del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura e olivicoltura (Cra-Oli) di Rende, in Calabria.

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