venerdì 22 novembre 2013

La filiera olivicola-olearia della Puglia


L’olivicoltura rappresenta uno dei comparti più rilevanti del sistema agricolo pugliese, che ha contribuito nel 2010 al 13% del valore complessivo della produzione agricola della regione. Il settore olivicolo pugliese ricopre altresì un ruolo molto importante nel panorama nazionale, con un’incidenza, nel 2010, del 26% sul valore della produzione olivicola italiana.
Anche in relazione ai dati su aziende e superfici la Puglia è di certo la regione con il primato assoluto ; infatti, qui sono localizzati il 25,2% delle aziende e il 33,2% della SAU italiana destinata ad olivo per la produzione di olive da tavola e da olio. Quest’ultimo dato fa emergere anche un fattore di competitività strutturale (relativa), che scaturisce da una dimensione media aziendale, pur sempre ridotta, ma superiore al dato nazionale (1,6 contro 1,2 ha di SAU).
Più in particolare, le aziende agricole sono state nel 2010 oltre 227.000, con una SAU di 373.286 ettari; rispetto al 2000 le aziende sono diminuite dell’11,2% (mentre in Italia quasi del 19%) e la SAU invece è cresciuta del 10,4% (il doppio della media nazionale). L’incremento delle superfici produttive è coerente con l’evoluzione intervenuta in Italia (5,3%), anche se la variazione quasi doppia è sostenuta anche dai vincoli ambientali e paesaggistici cui sottostanno gli oliveti secolari in Puglia. Anche la SAU media delle aziende agricole regionali ha registrato un dato positivo, infatti è cresciuta di 0,3 ettari rispetto al 2000, per attestarsi a 1,6 ettari/azienda nel 2010.
I territori che mostrano una sorta di specializzazione produttiva sono Lecce, Bari e Brindisi, che con quasi 253.000 ettari in complesso detengono il 67% della SAU pugliese (lo stesso dato vale anche per le aziende). Gli sviluppi registrati nell’ultimo decennio segnalano una diminuzione delle aziende in tutte le Province (ad eccezione dell’area leccese) e specie a Bari, BAT e Brindisi, mentre la SAU è aumentata in particolare a Lecce, Brindisi e BAT.
- Olivicolo: aziende e SAU per Provincia - 2010

Aziende
(n.)
Var. %
2010-2000
SAU
(Ha)
Var. %
2010-2000
Foggia
  30.963
-1,2%
  49.476
4,8%
Bari
  52.657
-24,4%
  86.102
5,6%
Taranto
  25.243
-9,7%
  35.814
6,7%
Brindisi
  34.323
-14,1%
  69.388
15,8%
Lecce
  65.738
2,0%
  97.329
16,1%
BAT
  18.321
-18,2%
  35.177
10,0%
PUGLIA
  227.245
-11,2%
  373.286
10,4%
ITALIA
  902.075
-18,8%
  1.123.330
5,3%
Fonte: ISTAT.
La produzione di olive, che si è attestata attorno ad 1,2 milioni di tonnellate nel 2011, è stata caratterizzata da un certo grado di stazionarietà negli ultimi anni: confrontando i livelli medi di produzione dei bienni 2006-2007 e 2010-2011 la variazione registrata è stata praticamente nulla .
Le quantità prodotte di olio di oliva sono cresciute del +14% tra il 2010 e il 2011. A trainare questo incremento sono state principalmente le produzioni delle province del nord della regione, soprattutto del Barese (+31%) e della provincia di Barletta-Andria-Tani (+77%); al contrario una tendenza di segno opposto ha caratterizzato i volumi produttivi del Leccese (-20%). Complessivamente nel 2011 in Puglia sono state prodotte 183.417 tonnellate di olio da pressione, pari al 35% dei volumi realizzati a livello nazionale, facendo sì che a tale regione spetti anche il primato in Italia in termini di produzione olearia, seguita dalla Calabria e, a distanza, dalla Sicilia.


 - Andamento della produzione di olive e olio in Puglia
Produzione
Produzione
Produzione
Anni
totale olive
olive da olio
Resa
olio

(tonnellate)
(tonnellate)
(tonn/ha)
(tonnellate)
2006
            1.242.844
              1.198.813
                       3,30
           215.475
2007
            1.078.931
              1.050.145
                       2,86
           190.663
2008
            1.167.920
              1.070.044
                       3,10
           190.337
2009
            1.010.230
                 943.874
                       2,68
           152.340
2010
            1.142.540
              1.005.361
                       3,03
           161.078
2011
            1.182.360
              1.093.200
                       3,13
           183.417
Variaz % 2011/2010
3,5%
8,7%
3,5%
13,9%
Variaz % 2011/2006
-4,9%
-8,8%
-5,1%
-14,9%





Fonte: Istat.
Nella tabella che segue sono riassunti i valori della produzione di olive ed olio al 2011 suddivisi per province. Nelle province di Bari e Lecce nel 2011 è stato realizzato circa il 44% della produzione di olio da pressione della Puglia.
- Produzione di olive e olio per provincia - 2011
Produzione
Produzione
Produzione
Province
totale olive
olive da olio
Resa
olio

(tonnellate)
(tonnellate)
(tonn/ha)
(tonnellate)
Foggia
               157.500
               149.800
3,00
           25.500
Bari
               292.600
               290.000
2,93
           50.700
Taranto
               158.260
               124.500
4,10
           18.675
Brindisi
               189.000
               163.000
2,97
           27.710
Lecce
               225.000
               215.200
2,48
           34.432
Barletta-Andria-Trani
               160.000
               150.700
4,92
           26.400
Puglia
            1.182.360
            1.093.200
3,13
         183.417
Fonte: ISTAT.
In tale ambito spiccano le produzioni di qualità: la Puglia vanta, infatti, ben cinque DOP (Collina di Brindisi, Dauno, Terra di Bari, Terra d’Otranto e Terre Tarentine). Nello specifico, fra queste, la DOP Terra di Bari costituisce la denominazione più importante a livello regionale e la seconda in Italia, dopo l’IGP Toscano, per produzione, fatturato e valore delle esportazioni; la produzione certificata di tale denominazione pugliese (2.454 tonnellate nel 2010 per un fatturato di oltre 14,6 milioni di euro) ha, infatti, avuto nel 2010 un’incidenza del 23,5% sul totale delle quantità prodotte di olio di oliva DOP/IGP a livello nazionale.
Complessivamente, le aziende olivicole collegate a tale sistema di qualità certificato sono pari a 1.632 per una SAU investita di 16.824 ettari, il 17% dell’intera superficie olivicola DOP/IGP coltivata in Italia. La filiera certificata si completa poi di 125 frantoi e 141 imbottigliatori, rispettivamente pari al 12% e 9% del totale nazionale.
- La filiera degli oli extravergini di oliva DOP pugliesi - 2011
Operatori
Nr.
% su Italia
Produttori agricoli
1.632
8,0
SAU Olivicola
16.824
16,7
Frantoi
125
12,2
Imbottigliatori
141
9,4
Fonte: ISTAT.
Anche il sistema cooperativo gioca un ruolo rilevante nella filiera oleicola pugliese, in particolar modo nelle province di Bari e Lecce: nel 2008 le imprese cooperative associate alle organizzazioni nazionali hanno realizzato complessivamente un valore economico di oltre 76 milioni di euro, aggregando più di 61.400 aziende agricole. [1] Tuttavia, nonostante le cooperative rappresentino una componente importante per l’intero comparto produttivo olivicolo, molte di esse sono caratterizzate da una ridotta dimensione economica e da una bassa efficienza di utilizzo degli impianti, nonché da una limitata capacità finanziaria che ne condiziona le politiche gestionali e le rende meno competitive rispetto alle imprese private.
La regione Puglia spicca anche per numerosità delle organizzazioni di produttori olivicoli. I dati pubblicati dal MIPAAF, relativi al 2012, mostrano una situazione non sempre uniforme: spiccano alcune OP che riescono a valorizzare le produzioni, distribuendo elevati valori della produzione commercializzata per ogni socio aderente, mentre in altre prevale la componente di servizi propria delle OP rispetto a quella strettamente di valorizzazione. Ciò emerge con evidenza ove si consideri che in alcune OP il valore per ogni socio aderente oscilla tra un minimo di 75€ ad un valore massimo di circa 416 mila €. Anche la composizione delle OP è piuttosto eterogenea, si passa da OP con soli 9 soci ad OP che raggiungono più di 50 mila soci. Su un totale di 175 mila soci, poco meno di un terzo è concentrato nell’associazione di produttori olivicoli leccesi.


 - OP olivicole nella regione Puglia
Organizzazione di Produttori*
Soci
VPC
%
VPC/socio
OLIVICOLTORI DI PUGLIA SCA Puglia S.c.a.r.l.
1.144
€ 5.978.185,00
7,6
€ 5.225,7
ORGANIZZAZIONE OLIVICOLA DI PRODUTTORI PUGLIESI S.c.a.r.l.
9
€ 3.741.531,00
4,7
€ 415.725,7
OP.APROLI BARI Soc.Coop.agricola
6.695
€ 3.373.244,00
4,3
€ 503,8
O.P.APOL BARI Soc.Coop.agricola
13.069
€ 2.974.319,00
3,8
€ 227,6
O.P. ASSOPROLI BARI Soc.Coop.agricola
38.053
€ 4.367.575,00
5,5
€ 114,8
O.P.OLEIFICIO COOP.VO GOCCIA DI SOLE MOLFETTA Soc.coop.agr.
367
€ 2.338.628,00
3,0
€ 6.372,3
O.P. OLEOPUGLIA Soc.Coop.agricola
1.962
€ 7.319.661,00
9,3
€ 3.730,7
O.P.ACLI TERRA BRINDISI Soc.Coop.agricola
3.684
€ 17.033.566,00
21,5
€ 4.623,7
O.P.ACLI TERRA FOGGIA Soc.Coop.agricola
2.247
€ 1.300.000,00
1,6
€ 578,5
O.P.APROL FOGGIA Soc.Coop.agricola
17.813
€ 1.330.000,00
1,7
€ 74,7
O.P.APROL LECCE Soc.Coop.agricola
50.465
€ 4.317.031,00
5,5
€ 85,5
O.P.COSAL Soc.Coop.agricola
642
€ 1.265.676,00
1,6
€ 1.971,5
O.P. ORO DI PUGLIA Soc.Coop.agricola
636
€ 1.729.991,00
2,2
€ 2.720,1
O.P.ALPAS Soc.Coop.agricola
2.989
€ 5.382.725,00
6,8
€ 1.800,8
O.P.SQUINZANESE Soc.Coop.agricola
280
€ 1.076.383,00
1,4
€ 3.844,2
O.P.ASS.I.PROL. Soc.Coop.agricola
4.159
€ 3.247.851,00
4,1
€ 780,9
O.P.AJPROL Soc.Coop.agricola
678
€ 3.247.851,00
4,1
€ 4.790,3
O.P. ASSOCIAZIONE PROVINCIALE PRODUTTORI OLIO A.P.P.O.
14.293
€ 4.681.650,00
5,9
€ 327,5
O.P. SOCIETA AGRICOLA OLIVETI TERRA DI BARI Soc. Agricola
16.265
€ 4.346.999,00
5,5
€ 267,3
Totale
175.450
€ 79.052.866,00
100,0
€ 450,6
*Sono state considerate solo quelle per le quali era disponibile il dato sul VPC e dei soci.
Gli aspetti economici e il commercio internazionale
Nel 2011 il valore della produzione agricola del comparto olivicolo pugliese ha superato i 411 milioni di euro, registrando un incremento del +4% rispetto all’anno precedente ma restando ben al di sotto dei picchi segnalati agli inizi del decennio (847 e 849 milioni di euro, rispettivamente, nel 2001 e 2003). Come evidenzia la figura  il trend decennale del valore dei prodotti olivicoli non ha seguito quello complessivo del settore agricolo pugliese.



Andamento della produzione agricola ai prezzi di base del settore agricolo e olivicolo in Puglia (valori correnti, 2000 = 100)

Fonte: ISTAT.
Per quel che riguarda gli scambi internazionali di settore, nel corso del 2010 la Puglia ha esportato oltre 84 milioni di euro di olio, registrando un incremento del +15% rispetto ai livelli del 2009. La dinamica di lungo periodo (2000-2010) indica come le vendite all’estero di olio dalla regione siano cresciute a valori correnti del +17%, con una variazione media annua positiva pari all’1,7%, si è però ben lontani dai valori registrati nel triennio 2004-2006, quando l’export di olio pugliese superava i 100 milioni di euro.
Tra le cause della flessione delle vendite di olio pugliese sui mercati internazionali vi è certamente la crescente pressione competitiva esercitata dalla Spagna e dagli altri Paesi del Mediterraneo, caratterizzati da più bassi costi di produzione. La debolezza competitiva della filiera olivicola pugliese al di fuori dei confini nazionali trova conferma anche nella tendenza in atto negli ultimi dieci anni che vede le importazioni di olio di oliva crescere più rapidamente delle esportazioni. Si tratta per lo più di oli provenienti dai Paesi mediterranei (in primis Spagna, Grecia e Tunisia), che vengono acquistati a prezzi più bassi rispetto ai prodotti regionali e che, spesso, vengono utilizzati dagli stessi imbottigliatori locali per la miscelazione con gli oli di produzione regionale.
- Trend delle esportazioni di olio di oliva* dalla Puglia (migliaia di euro)

*L’aggregato comprende l’olio di oliva vergine ed extravergine e altro olio di oliva.
Fonte: INEA.
In riferimento ai principali mercati di sbocco per l’olio di oliva pugliese, nel 2010 il Giappone ha assorbito circa un terzo delle vendite al di fuori dei confini nazionali (per un valore di 27,4 milioni di euro), rappresentando il principale mercato di riferimento per tale comparto. Gli altri principali Paesi importatori di olio di oliva dalla Puglia sono stati nell’ordine la Spagna (14,6 milioni di euro), la Germania (9,4 milioni di euro) e gli Stati Uniti (7,1 milioni di euro); complessivamente questi quattro mercati hanno rappresentato nel 2010 il 70% dell’export regionale di tale prodotto. Infine, è interessante notare come i Paesi extra-europei siano stati la destinazione principale delle esportazioni pugliese di olio di oliva, assorbendo nel 2010 il 54% delle vendite all’estero.
- Principali mercati di sbocco dell'export di olio di oliva* dalla Puglia - 2010

*L’aggregato comprende l’olio di oliva vergine ed extravergine e altro olio di oliva.
Fonte: INEA.
L’analisi dei dati ha evidenziato la rilevanza delle dimensioni della filiera olivicola pugliese, soprattutto se confrontata con il dato medio nazionale. Tuttavia, vi sono anche rilevanti criticità che contraddistinguono il comparto: innanzitutto, l’olivicoltura pugliese, così come quella italiana nel suo complesso, è caratterizzata da un notevole peso delle aziende di limitata dimensione (sia economica che finanziaria) che portano ad un elevato grado di frammentarietà della struttura produttiva e alla presenza prevalente di sistemi produttivi tradizionali, scarsamente efficienti e poco innovativi.
A ciò si devono aggiungere gli elevati costi di gestione degli oliveti (in particolare quelli di raccolta e molitura, ma anche le spese per l’energia e i fertilizzanti) unitamente all’attuale basso livello di remunerazione per i produttori (tra maggio 2011 e maggio 2012 il prezzo in campagna  in Italia ha subìto un calo del 32,5%[2]), che fa sì che per molte realtà produttive non valga la pena sostenere tali costi. Per questi motivi, le aziende olivicole pugliesi dipendono fortemente dagli aiuti disaccoppiati erogati dalla Politica Agricola Comune, i quali, secondo la recente proposta di riforma, subiranno un consistente ridimensionamento dal 2013 (2014). Attualmente, gli aiuti erogati da Bruxelles hanno un’incidenza media sui redditi delle aziende pugliesi compresa tra il 30%, nel caso delle grandi aziende, e il 50%, per le realtà produttive di piccole dimensioni.
Inoltre, la produttività delle aziende pugliesi è spesso condizionata anche dalla rigidità strutturale connessa con la presenza diffusa di piante secolari, le quali, avendo in molti casi un carattere monumentale, non permettono un esercizio efficiente e redditizio delle attività..
Infine, un ultimo anello debole della filiera attiene alle fasi di distribuzione e commercializzazione, caratterizzate da un basso livello di coordinamento verticale e dalla scarsa efficienza ed efficacia della rete distributiva.
Alla luce di tali considerazioni, le possibilità di sviluppo della filiera olivicola della Puglia sembrano dunque essere legate principalmente alla ristrutturazione dell’apparato produttivo e alla promozione sui mercati esteri. La ristrutturazione degli oliveti obsoleti e l’ammodernamento degli impianti e delle tecniche di coltura e di raccolta sono, infatti, fondamentali per rafforzare la competitività delle aziende olivicole pugliesi, in quanto consentirebbero l’abbattimento dei costi di produzione, l’aumento dell’efficienza e della produttività ed il miglioramento della qualità delle produzioni. In quest’ambito, anche le buone pratiche agricole e l’innovazione tecnologica si renderebbero necessarie per migliorare il livello qualitativo della produzione olearia pugliese. Le ridotte dimensioni aziendali non sempre favoriscono questi processi e ridimensionano anche il potenziale di marketing delle imprese della filiera; pertanto, occorrerebbe concentrare maggiormente l’offerta e valorizzare il prodotto cercando di “fare sistema”: la polverizzazione produttiva e la scarsa massa critica che caratterizzano il comparto olivicolo pugliese non permettono, infatti, di comunicare e promuovere in maniera efficace la qualità del prodotto all’estero e dunque di imporsi sui mercati internazionali.





[1] Fonte: Osservatorio sulla cooperazione agricola italiana (2008).
[2]Fonte: Ismea.

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