mercoledì 20 novembre 2013

Analisi della struttura dell’occupazione agricola in Puglia





L’analisi della struttura dell’occupazione in Puglia mette in luce come il peso degli occupati agricoli sul totale sia pari all’8,9%, valore significativamente superiore al dato medio nazionale (3,7%) e al dato medio meridionale (4,8%). La ripartizione degli occupati agricoli per sesso in Puglia vede una presenza femminile pari a circa 1/3, in linea con quanto avviene negli altri areali geografici.



Dalla lettura delle informazioni sul lavoro agricolo provenienti dalle indagini censuarie emerge come in Puglia, ma lo stesso dicasi per il Mezzogiorno e l’Italia, la quasi totalità delle aziende è a conduzione diretta del coltivatore. Il ricorso a forze lavoro esterne all’azienda è limitato all’esecuzione delle operazioni colturali (es. raccolta) che richiedono un maggior fabbisogno lavorativo. Le caratteristiche strutturali e la tipologie di colture praticate dalle aziende agricole pugliesi non consentono, nel complesso, occupazione stabile alla famiglia del conduttore, con un conseguente sottoutilizzo della manodopera familiare e la necessità di ricercare in altre attività le necessarie fonti di reddito.
La marcata dimensione familiare delle aziende agricole regionali rappresenta un fattore fondamentale nell’equilibrio del sistema economico delle aree rurali. Essa, infatti, svolge un importante ruolo di ammortizzatore delle complessive difficoltà occupazionali proprie della regione, costituendo un fragile ma pur presente punto di riferimento per i suoi componenti. In generale, essa è da ascrivere ai fattori potenzialmente positivi del sistema agricolo pugliese, rappresentando anche l’ambito preferenziale nel quale si può realizzare l’indispensabile ricambio generazionale di cui necessita il settore primario.
 

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