giovedì 26 gennaio 2012

Abbiamo perso la guerra con il Punteruolo rosso delle Palme?

Abbiamo perso la guerra con il Punteruolo rosso delle Palme?


L’attuale stato di infestazione delle Palme da parte del Punteruolo rosso, nel Salento, come del resto in tutto il Sud Puglia, ha raggiunto dimensioni smisurate. Come ci si aspettava, la crescita esponenziale del numero di coleotteri nel tempo, insieme alla drastica riduzione del numero di palme appartenenti alla specie Phoenix Canariensis, ha determinato l’attacco anche su esemplari trattati ripetutamente con fito farmaci a scopo preventivo. Considerando che ancora adesso non esiste un vero e proprio principio attivo registrato per il controllo del Punteruolo rosso della palma, i soli interventi di prevenzione, o di prima cura, hanno riguardato trattamenti chimici con prodotti utilizzati normalmente nella lotta ai coleotteri, e registrati per tale utilizzo su altre colture.

Ma come è noto le dinamiche di parassitismo del micidiale Punteruolo rosso, sono ben diverse da quelle cui generalmente tecnici ed operatori del settore devono far fronte per altri parassiti. Di conseguenza, come da sempre è stato specificato, la prevenzione contro il parassita della palma, ha la funzione di limitare le probabilità di attacco, cercando di tutelare il patrimonio arboreo nell’unico modo possibile.

Se questo fino ad ora ha sortito effetti favorevoli, rispetto a piante non trattate, da questa stagione sta manifestando vari insuccessi, legati, principalmente all’enorme numero di insetti nell’ecosistema, alla probabile loro assuefazione ai principi attivi utilizzati, alla riduzione sempre più spinta della tossicità dei veleni, alla drastica riduzione del numero di palme appartenenti alla specie Phoenix canariensis ed infine alla impossibilità di insistere con veleni su piante che, dopo un certo numero di interventi, manifestano seri problemi di fitotossicità.

Questa breve nota tecnica ha la funzione di coinvolgere tutti i tecnici e gli operatori del settore, per fare il punto della situazione, cercando di rispondere alle giuste domande dei vivaisti che si chiedono fino a che punto sia conveniente insistere per la salvaguardia delle piante sane, se la commercializzazione delle palme è ormai crollata e quali sono le direttive che vogliono assumere gli enti preposti nella concessione di passaporti alla vendita.

Che cosa potrà accadere quando la specie Phoenix canariensis sarà stata completamente sterminata?
Questa breve nota esprime anche il rammarico di non saper più esprimere alcun consiglio tecnico su di un fenomeno che pur cogliendoci di sorpresa, ci ha messo in ombra dinnanzi agli operatori del settore e a tutti quelli che si sono impegnati a salvaguardare, anche con sacrifici economici, il proprio patrimonio in palme.

I tecnici (agronomi, forestali, ecc), i vivaisti ed eventuali associazioni, l’Ufficio Provinciale dell’Agricoltura di Lecce, la Regione Puglia, l’ Osservatorio Fitosanitario, devono stare insieme per definire cosa fare con i passaporti e quale si prevede possa essere lo scenario di attacco di altre specie di palmizi oltre la PHOENIX CANARIENSIS. Mi chiedo e vi chiedo se forse sarebbe opportuno snellire la burocrazia per i vivaisti? Quali piante consigliare in alternativa alle palme? Chiedere contributi allo svellimento con sostituzione di specie nei vivai?

Chiedo a tutti voi di unire le nostre conoscenze e competenze allo scopo di stimolare i diversi Uffici preposti a prendere delle concrete decisioni in merito, per illustrare ai vivaisti il possibile scenario futuro.

di Paolo Marini

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