sabato 31 dicembre 2011

I lavori del mese di Gennaio

I lavori del mese di Gennaio




Ove il gelo non abbia reso il terreno insuscettibile a poter esser lavorato, si attende ai lavori di rinnovo.



Alla base di questa affermazione c’è la tecnica agronomica della rotazione agraria cioè la successione nel tempo e il regolare ritorno delle colture sugli stessi appezzamenti di terreno di piante miglioratrici e depauperanti o sfruttatrici: le prime migliorano la fertilità del terreno rispetto a quelle di partenza, le seconde lo lasciano in condizioni peggiori.

In questo ambito le colture da rinnovo richiedono lavori preparatori profondi e abbondanti concimazioni organiche e minerali per cui migliorano lo stato fisico del terreno favorendo le condizioni di sviluppo per le piante.



All'uopo, si scassa profondamente il terreno, avendo cura di lasciarne la superficie in istato ruvido, affinché gli agenti esterni favoriscano il disgregamento delle zolle. Quando la terra sia troppo umida e vi predomini l'argilla, il dissodamento vuol esser rimandato: qualsiasi lavoro, eseguito su terreni che si trovino in simili condizioni, riesce dannosissimo, atteso che la terra, disseccandosi, si risolve in una crosta durissima e compatta, si da impedire la circolazione dell' aria nel terreno, sul quale, in seguito, si formano numerosi crepacci.



Leggiamo insieme ciò che scrive a questo proposito Andrea Calanchi con la collaborazione di Elena Tibiletti nella rivista Giardinaggio del gennaio- febbraio 2006



“Prendete un etto di farina, aggiungete un po' d'acqua e impastate fino a ottenere una pasta collosa. Dividetela in tre parti uguali. Aggiungete alle prime due un pizzico di lievito e lasciatele riposare per mezz'ora. Avvolgete il primo impasto con un foglio d'alluminio, e ponete tutte e tre le parti sulla placca del forno acceso a 150°. Dopo 20 minuti sfornate: l'unico impasto commestibile sarà quello avvolto nell'alluminio.


Ebbene, per i vegetali l'argilla equivale alla farina: lasciata tal quale con sola acqua, il sole la cementifica rendendola indisponibile per le piante. Migliorandola con qualche ammendante (analogo al lievito di poc'anzi), risulta più a lungo disponibile. Infine, proteggendo la superficie con una pacciamatura (il foglio d'alluminio), la situazione diviene ottimale.


Certo, potreste anche lasciarla tal quale: esistono comunque alcune specie in grado di adattarsi a un terreno cosi inospitale, duro come sasso e crepacciato in estate, inzuppato e asfittico in inverno, ma se desiderate variare e concedervi qualche possibilità in più, sappiate che esistono accorgimenti per rendere vivibile la terra argillosa.


Mettete però in conto di fare un poco di fatica: questo tipo di suolo è di natura pesante, e vangarlo non è facile, richiede un grande sforzo. Eventualmente, munitevi di una motozappa che, soprattutto all'inizio, vi sarà di grande aiuto e vi alleggerirà buona parte del lavoro.”


Oltre le arature profonde, fatte allo scopo di preparare quei tratti di terreno destinato alle semine di primavera, il coltivatore deve attendere a rassettare le siepi od a formarne delle nuove; a riparare i muri di cinta, se vi siano, affinché non venga in alcun modo compromessa la difesa del podere; a sistemare appezzamenti e ripulire e mettere in assetto i fossi di scolo, acciò sia libero lo smaltimento delle acque.

Si trasporta sul campo il letame e si preparano terricciati.

Si concimano in copertura i prati e si sbrattano (sbrattare significa togliere ogni bruttura, ogni impedimento, ovvero nettare, mondare) gli erbai di orzo, di avena e di fave. Si escavano (che significa cavar da sottoterra) le barbabietole e le patate e si ammanniscono (che significa si allestiscono, si preparano) per foraggio al bestiame unito al seccume. Si seminano fave vernine e vecce in grande cultura.

Il bestiame richiede speciali cure: anzitutto il contadino farà in modo che nelle stalle vi circoli liberamente l'aria, che la temperatura non sia troppo calda, e che non vi si ammucchino letami.

Si attende all' ingrassamento dei bovini e dei suini. Le pecore vogliono esser tenute al coperto, mandandole fuori solamente nelle ore calde; come pure, bisogna guardarsi di esporle alle piogge ed alle nevi. In generale, si dia al bestiame nutrimento sano, né si lesini sulla buona ed abbondante alimentazione del pollame e dei piccioni.

di Antonio Bruno

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