martedì 28 dicembre 2010

Salento leccese chiama Bruxelles, risponde il Presidente on. Paolo De Castro

Salento leccese chiama Bruxelles, risponde il Presidente on. Paolo De Castro

di Antonio Bruno*



La sera del 28 dicembre 2010 alle ore 17.00 c’è stata a Lecce in Via M. Bernardini, 11/23 sede dell’Aprol una discussione sulla Politica Agricola Comune (Pac).

Ha parlato, in una sala affollatissima, l'on. Paolo De Castro Presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo che ha delineato una radicale riforma del sistema di pagamento per azienda, uno smantellamento delle misure di mercato e degli interventi volti a garantire la stabilità dei prezzi, la possibilità di concedere agli Stati membri di cofinanziare l’aiuto di base comunitario e, infine, di istituire un “terzo pilastro” della pac collegato alle iniziative per combattere i cambiamenti climatici.

Insomma il Presidente De Castro ha rivelato ai presenti che gradualmente, probabilmente in cinque anni, ci sarà quasi una rivoluzione.

Poi sono arrivato a casa, ho letto il mio facebook e ho trovato l’intervento del dott. Alfonso Pascale http://www.alfonsopascale.it/ in riferimento alla mia nota su Carlo Petrini http://centrostudiagronomi.blogspot.com/2010/12/noi-dottori-agronomi-del-salento.html circa il suo articolo della prima pagina di Repubblica del 28 dicembre 2010. Le osservazioni del dott. Alfonso Pascale sono riportate qui di seguito:

“Petrini plaude al documento Ciolos presentandolo come una svolta nell'evoluzione della Pac. Non è affatto così! La Comunicazione della Commissione europea pubblicata nel novembre scorso presenta proposte perfettamente in continuità con la Pac attuale, mostrando scarso coraggio nell'affrontare i veri nodi dell'agricoltura europea. Gli aiuti ai produttori non diventano, nelle proposte della Commissione, veri incentivi con cui riconoscere la capacità dell’agricoltura di produrre effettivi e misurabili beni pubblici, come se la maggioranza degli agricoltori sia mossa esclusivamente dall’esigenza di accrescere i propri redditi e non anche dalla soddisfazione di svolgere funzioni di interesse collettivo e dimostrare di esplicarle nel concreto; e lo sviluppo rurale non si trasforma in uno strumento con cui il patrimonio di attività, conoscenze e valori delle comunità locali viene messo a frutto per la competitività dei territori, i cui prerequisiti sono la qualità sociale e l’inclusività.

E’ un documento che si limita a dare alla PAC qualche pennellata in più di colore “verde” senza, tuttavia, modificarne la sostanza: si rinfrescano le facciate ma l’edificio rimane saldamente ancorato alle sue basi produttivistiche e ad una concezione della competitività fondata esclusivamente sulla riduzione dei costi e sulle economie di scala e non già sulla diversificazione e sulle reti territoriali. Del resto, senza un’enunciazione chiara dei valori e dei principi fondanti della società aperta, come la giustizia sociale, lo sviluppo umano, il mutuo aiuto, la reciprocità, l’inclusione, le pari opportunità, la salvaguardia delle risorse per le generazioni future, anche gli obiettivi di interesse generale delle politiche e gli strumenti per conseguirli difficilmente si possono individuare con precisione.

Come mai - c'è da chiedersi - anche il patron di Slow Food si accoda al coro di coloro che inneggiano alle proposte della Commissione? Non è strano questo unanimismo? E' davvero sufficiente il fatto che al Convegno di Bruxelles del luglio scorso un gruppo di lavoro sia stata presieduto da Petrini per indurre a giudicare positivamente il documento?

O forse è proprio vero - come sostiene lei nel suo commento - che in mancanza di competenze scientifiche ci si sofferma sugli aspetti marginali e si prendono lucciole per lanterne? Ma se fosse così, sarei molto preoccupato che Petrini scriva di agricoltura sulle prime pagine di giornali nazionali. In mancanza di altre voci critiche, il risultato sarebbe solo quello di fare disinformazione.”

Insomma nel dibattito a distanza c’è chi, come l’on. Paolo De Castro, sostiene che il cambiamento c’è; e chi, come il dott. Alfonso Pascale, sostiene che si tratta di una Pac in continuità con il passato.

Nella serata del 28 dicembre a Lecce l’on. Paolo De Castro ha ricordato i dati che ha reso noto l’Eurostat sul reddito agricolo reale del 2010 per lavoratore agricolo che è aumentato del 12,3 in Europa, dopo un calo del 10,7 nel 2009 e che, in Francia è aumentato addirittura del 30%.

In Italia? Paradossalmente il reddito agricolo reale del 2010 per lavoratore agricolo è diminuito! La domanda aleggia in sala, ed quella che ti fai anche tu che mi leggi, ma l’Italia non è un paese che ha le stesse regole della Francia? E come mai in Francia c’è un aumento del 30% e in Italia una diminuzione del 3% che è ancora inferiore nel Sud? Hai trovato la risposta? Tutto lascia intendere che in Italia gli imprenditori agricoli professionali sono divisi mentre in Francia sono uniti! La questione è che divisi si è espulsi dal mercato mentre invece insieme si determina e si vince! L’ha detto a chiare lettere il Presidente De Castro. Già! Agli imprenditori agricoli professionali non è bastato a convincerli a stare insieme, nemmeno il fatto che gli aiuti della Unione Europea saranno dati esclusivamente a loro. La qualifica di Imprenditore Agricolo Professionale (IAP) ha sostituito la figura di Imprenditore Agricolo a titolo principale (IATP). Con il decreto legislativo 99/2004, che ha identificato questa figura, il legislatore ha inteso valorizzare l’imprenditore che dedica la maggior parte del proprio tempo e delle proprie risorse economiche nell’attività agricola inoltre il possesso della qualifica di IAP dà la possibilità di accedere a diverse agevolazioni tra cui l’aiuto della Pac da cui è escluso chi non ha questa qualifica.

Il dibattito vero è tutto in queste due posizioni, quella della UE resa nota dall'on. Paolo De Castro, Presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo; e quella rappresentata dal dott. Alfonso Pascale, che ho riportato in questa mia nota. Molte presenze all’Aprol e dopo la relazione del Presidente De Castro un dibattito con molti qualificati interventi come quello del Direttore dell’Unione Provinciale Agricoltori di Lecce dott. Diego Lazzari che ha fatto presente l’impossibilità di competere con i paesi in cui il costo del lavoro è quasi insignificante e che non sono sottoposti alla legislazione UE, come nel Magreb, poi c’è stato l’intervento del Vice Presidente dell’Unione Provinciale Agricoltori di Lecce Dottore Agronomo Pantaleo Greco che ha sottolineato la necessità di riconoscere all’olivicoltura del Salento leccese quel famoso “terzo pilastro” della pac poiché la foresta degli ulivi combatte i cambiamenti climatici, c’è stato poi l’intervento di Fabio Ingrosso, coordinatore di COPAGRI Puglia che ha stigmatizzato la frammentazione del Paesaggio rurale del Salento leccese e la necessità di interventi specifici, infine c’è stato l’intervento del Dottore Agronomo Giuseppe Ferro Direttore di Area Politiche per lo sviluppo rurale della Regione Puglia che ha sottolineato la necessità di una posizione comune nel mondo agricolo che creerebbe le condizioni per raggiungere una soluzione condivisa per affrontare la crisi che sta attraversando in questo periodo l’olivicoltura e che riporterebbe al centro del dibattito politico il settore primario.

Alla fine dell’incontro ho parlato con il collega Antonio Andrani e con il Presidente De Castro e insieme abbiamo convenuto sulla necessità di continuare a discutere con tutti, con gli imprenditori agricoli professionali ma anche e soprattutto con i 220mila proprietari del Paesaggio rurale del Salento leccese. Spero che i buoni uffici del Prof. Salvatore Tanieli e la sua solerzia nell’organizzare, ci permettano di discutere al più presto su questo tema in vista dell’incontro del prossimo febbraio a cui prenderà sicuramente parte l’Assessore Dario Stefano e che speriamo veda anche la presenza qualificata e qualificante del Presidente De Castro.



*Dottore Agronomo (Esperto in diagnostica urbana e territoriale titolo Universitario International Master’s Degree IMD in Diagnostica Urbana e territoriale Urban and Territorial Diagnostics).

Nessun commento:

Posta un commento