domenica 2 maggio 2010

Dal sostenibile locale a quello globale: tutto ciò che fai ha conseguenze nel resto del mondo


Dal sostenibile locale a quello globale: tutto ciò che fai ha conseguenze nel resto del mondo
di Antonio Bruno*

------------------------------------------------
Oggi c'è la consapevolezza negli investitori mondiali che vi sono grandi potenzialità di sviluppo del settore agricolo nei lungo termine.
Ma da quale particolare si partirà per giungere al generale?
E' evidente che la strategia bottom-up di Agri Culture parte da un “particolare” fatto di agricoltura sostenibile sotto il diretto controllo dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali che impediscono lo sfruttamento dell'essere vivente chiamato “terra agricola”.
------------------------------------------------

L'uomo è un animale mimetico, prima dell'invenzione della TV nessuno pensava fosse necessario possederne una, poi a poco a poco, tutti ne hanno una e oggi. in ogni famiglia. se ne contano diverse, alcune volte in una casa si nota che ci sono più TV che persone.
La strategia bottom-up è appunto quella che parte dal particolare per giungere al generale con una visione d'insieme dello scenario macroeconomico, questa strategia è applicata da tutte le società che operano nella gestione degli investimenti e nell'offerta di servizi di gestione del rischio a clienti istituzionali e individuali di tutto il mondo. Oggi c'è la consapevolezza negli investitori mondiali che vi sono grandi potenzialità di sviluppo del settore agricolo nei lungo termine. Questa è una certezza che deriva dall'aumento della popolazione mondiale e del reddito, dall'industrializzazione dei Paesi in via di sviluppo e dallo sfruttamento competitivo dei terreni.
Ma da quale particolare si partirà per giungere al generale? Per essere più precisi in India paese che ha il 17% della popolazione mondiale, ma solo l'1l% di superficie coltivata con un rendimento dei campi agricoli pari al 20-25% di quello dei terreni degli Stati Uniti si partirà dal particolare della agricoltura sostenibile che si va affermando in Europa con il rispetto dell'ambiente, l'utilizzo di pesticidi e di concimi sotto lo stretto controllo dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali o sarà lo stesso sfruttamento che fecero i Romani nei paesi del Nord Africa un tempo sede di rigogliose foreste ed oggi invece desertificati? La desertificazione è degrado dei suoli ed è diversa dal deserto. Mentre il deserto si è instaurato per motivi geologici, nell’arco di un tempo lunghissimo, che ha permesso alle specie di adattarsi e anche alle culture di elaborare tecniche e pratiche per sopravvivere, la desertificazione è, invece, un evento di degrado violento e rapido, di fronte al quale le popolazioni non hanno la possibilità di adattarsi, ma possono solo fuggire ed infatti le migrazioni sono la grande piaga che affligge il Mediterraneo.
Lo stesso rischio c'è ora nel Salento leccese dove i nostri olivi centenari, che fanno parte del paesaggio euro-mediterraneo, sono protetti da muri di pietra a secco. Il progetto di Agri Culture “Adotta un albero centenario” è stato messo a punto nella consapevolezza che i muretti a secco del Salento leccese non sono fortificazioni, non servono per la guerra, ma servono per la vita! Perché cari amici che siete ancora suggestionati dall'allucinazione dell'innovazione, dell'accorpamento delle aziende e dalla concentrazione del prodotto voi state instillando in ogni agricoltore “custode del Paesaggio” la creazione del Mostro che porterà alla cancellazione degli oliveti secolari! Possibile che non intuiate che i muretti a secco captano l’acqua e mantengono le gocce di umidità? Il nostro saggio antenato agricoltore, frutto dell'azione derivata da secoli di alimentazione a base dell'olio d'oliva prodotto da quell'olivo centenario, ha costruito i muretti a secco perché il suo amico Olivo del Salento leccese può così centellinare le gocce d’acqua e sopravvivere anche in momenti di stress. Questi olivi vanno adottati per impedire che vengono trapiantati, a volte anche in nome delle leggi europee che in maniera scellerata impongono la produttività agricola: poiché gli olivi centenari non danno produzione, si incentiva a piantare olivi giovani, piccoli, e si pagano i contadini per trapiantarli, tagliarli o venderli per i giardini.
Ma c'è una buona notizia: il Fondo monetario internazionale è certo che l'Ue si troverà ad affrontare una lenta ripresa dell'economia ma ha anche precisato che siccome deve difendere il nostro sistema economico nei confronti delle azioni speculative economiche bisogna applicare nell'agroalimentare europeo alcuni accorgimenti ed infatti sono due i fattori fondamentali: l'autonomia/indipendenza nella produzione e riproduzione delle risorse che costituiscono gli input del settore agricolo. Si tratta di internalizzare il controllo di quei fattori strategici come le risorse genetiche, la competenza degli addetti, la produzione di energia, aumentando la loro specificità e, così facendo, rafforzare l'indipendenza dalle sempre più frequenti fluttuazioni dei mercati e dai comportamenti speculativi di operatori di settori anche molto lontani da quello agroalimentare. Questo se è valido per l'Europa, a maggior ragione deve costituire un modello per tutti ovvero una strategia bottom-up. Il progetto “Adotta un albero di olivo secolare” è ad esempio un modello da seguire per la costruzione di nuove relazioni tra domanda e offerta, poiché rafforza la specificità dei prodotti e dei servizi offerti e aumenta la componente qualitativa dei prodotti, che è reale e percepita dalla clientela, attraverso il maggiore legame con aspetti non esportabili legati al territorio e al sistema socio- economico e ambientale del Salento leccese al cui interno viene generata la produzione dell'olio d'oliva. Questa dell'adozione dell'albero d'olivo secolare può essere estesa all'adozione di qualunque altra produzione ed è la strada di una tracciabilità percepita di prodotti agroalimentari di qualità ad origine certa.
E' evidente che la strategia bottom-up di Agri Culture parte da un “particolare” fatto di agricoltura sostenibile sotto il diretto controllo dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali che impediscono lo sfruttamento dell'essere vivente chiamato “terra agricola”. Ecco perché per applicare tutto questo al l'intero Pianeta Terra dove si delinea un aumento dei terreni da coltivare il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, la Commissione europea e gli Stati membri dell'Ue dovrebbero riformare in tempi rapidi la politica agricola comune affinché sia coerente con la politica di sviluppo per i Paesi più poveri nel mondo.
Tutto questo è in sintonia con l'appello lanciato il 30 aprile 2010 a Bruxelles da Marina Ponti, direttore per l'Europa della campagna delle Nazioni Unite per il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio.
Il Direttore Ponti ha detto: «Non chiediamo la cancellazione delle risorse della politica agricola comune (Pac) ma è necessaria una maggiore trasparenza per conoscere come spendono i fondi i beneficiari del 40 per cento delle risorse del bilancio Ue».
La responsabile europea intervenendo al convegno relativo all'impatto della Pac sullo sviluppo ha detto: «pensiamo sia importante avere una politica agricola concentrata sull'agricoltura rurale e sullo sviluppo delle campagne, che rispetti gli obiettivi ambientali di sostenibilità e che rappresenti un sostegno per i piccoli produttori, soprattutto quelli che operano in aree svantaggiate». Insomma, una Pac «che ponga un tetto agli aiuti Ue alle aziende di grande dimensione, ma soprattutto che non favorisca la creazione cli eccedenze di produzione che, insieme alle sovvenzioni all'export, hanno come effetto di corrodere la capacità di produrre e di vendere dei piccoli agricoltori in Africa», confrontati ai prezzi di mercato concorrenziali delle eccedenze produttive occidentali.
Adotta un albero di olivo secolare di Agri Culture di Lecce è un paradigma che si coniuga alle esigenze globali. Non è più possibile avere l'illusione che politiche che hanno un respiro regionale possano essere utili alzando barricate protezionistiche e tentando di isolarsi dalla realtà globale. Il locale, il particolare, è una risorsa meravigliosa quando è in armonia con il resto del mondo. Insomma non so se avete notato ma tutti adesso dicono che bisogna fare sistema, che è necessario fare rete. Per dirla invece semplicemente dobbiamo avere la consapevolezza che tutto ciò che facciamo a Lecce ha ripercussioni anche a Boston, Washington , New York, Mosca, Atene, Tunisi, Il Cairo, tutto ciò che fai tu che mi leggi ha conseguenze nel resto del mondo. Come dici? Non pensavi di essere così importante?

*Dottore Agronomo

Bibliografia
L'osservatore romano del 1 maggio 2010 pagina 2
Samantha Biale: Dieta Pasta Fascsimile La Repubblica D del 1 maggio 2010
Ester Corvi: Da BlackRock un fondo sull'agricoltura
Mimmo Razza: La competitività del sistema agroalimentare e la sfida delle produzioni qualità – Lab il socialista del 1 maggio 2010
Gianluca Cazzaniga: Alla Pac quasi metà del budget Ue
PIETRO LAUREANO, Rappresentante italiano del Comitato tecnico-scientifico della Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta contro la desertificazione (UNCCD) e Presidente dell’IPOGEA: Le ripercussioni dei cambiamenti climatici e della desertificazione nel bacino del Mediterraneo, con particolare riferimento all’accesso all’acqua come diritto per tutti. Sessione della riunione della Commissione cultura dell’Assemblea parlamentare euro-mediterranea (APEM)

Nessun commento:

Posta un commento