domenica 11 aprile 2010

Vinitaly 2010 è la dimostrazione dello sviluppo legato al territorio (distretto)


Vinitaly 2010 è la dimostrazione dello sviluppo legato al territorio (distretto)
di Antonio Bruno*
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Il vino è un fenomeno economico ma anche di costume, passando da prodotto quando si vendeva sfuso a merce ora che viene largamente imbottigliato. E poi il vino è passato da essere alimento a divenire esperienza culturale perché il vino non ha solo una destinazione d’uso, quella alimentare, ma una destinazione più che molteplice coinvolgendo anche la sfera culturale e sociale della civiltà.
Il vino biodinamico è una ulteriore esperienza per valorizzare il legame territorio-bottiglia, che in questa fase di globalizzazione fa aumentare la competitività della nostra produzione. Nel disorientamento generale, cresce l'interesse dei consumatori verso vini a "più alto valore intrinseco" in termini di storia, tradizioni e territorio, dicono gli esperti.
Il bilancio conclusivo del Vinitaly 2010 è senz’altro positivo ed i consensi espressi in questa occasione dagli esperti enologi sono stati unanimi. Il vino pugliese è protagonista in Italia e nel mondo ed i produttori pugliesi vanno via da Verona consapevoli di nuovi traguardi, sempre più ambiziosi, da conseguire.
Dalla sinergia tra Enti locali, i Saperi dell'Università, Dottori Agronomi e Dottori Forestali e Imprese scaturisce lo sviluppo del territorio.
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Perché la Puglia e per lei l'Assessore Dario Stefano ha fatto benissimo a puntare su Vinitaly 2010? Far parte del mercato significa comunicare correttamente sia all’interno che all’esterno dell’azienda.
Significa inoltre contribuire attivamente alla cultura di settore. La partecipazione delle aziende pugliesi al Vinitaly 2010 ha fatto in modo di far ottenere un’immagine aziendale coordinata e precisa, su ogni strumento di comunicazione. Partendo dal logo la Regione Puglia è arrivata insieme alle aziende a definirne lo stile, la voce, la grafica. La Regione Puglia insieme alle aziende ha identificato i mezzi più adeguati per la migliore visibilità delle imprese.
Naturalmente è inutile ricordare che per le imprese formare il team è una tappa fondamentale per creare cultura aziendale e costruire un ambiente propositivo, orientato alla ricerca delle soluzioni migliori per il raggiungimento degli obbiettivi prestabiliti.
Ed è in questo contesto che con l’obbiettivo di creare e mantenere correttamente i contatti con i clienti, i media e gli operatori di settore la Regione Puglia ha fatto bene a partecipare a Vinitaly 2010.
Questa mia opinione personale è determinata dalla consapevolezza della evoluzione del vino che è divenuto un fenomeno complesso. Il vino è un fenomeno economico ma anche di costume, passando da prodotto quando si vendeva sfuso a merce ora che viene largamente imbottigliato. E poi il vino è passato da essere alimento a divenire esperienza culturale perché il vino non ha solo una destinazione d’uso, quella alimentare, ma una destinazione più che molteplice coinvolgendo anche la sfera culturale e sociale della civiltà. E' proprio tutto questo che rende il vino risorsa per lo sviluppo economico territoriale, specialmente nel contesto europeo, sollecitata dalle politiche comunitarie per lo sviluppo rurale.
Secondo l’ultimo Rapporto annuale “Osservatorio sul turismo del vino in Italia” delle Città del Vino, realizzato dal Censis, gli eno-appassionati in Italia sono passati dai 5,5 ai 6 milioni, per un volume di affari che vale 3 miliardi di euro (+20% sul 2008). In questo scenario, la Puglia è la prima regione del Sud fra le mete prescelte (7,3%), seconda solo a territori storicamente blasonati come Toscana, Piemonte, Veneto.
C'è stato il convegno “Enoturismo in Puglia: un trend in crescita” moderato da Michele Mirabella e svoltosi venerdì 9 aprile preso il padiglione Puglia allestito al Vinitaly di Verona proprio per approfondire il turismo enogastronomico . Michele Mirabella afferma che “il vino è l’itinerario magnifico che si può tracciare per ospitare i pellegrini ed i turisti riscoprendo l’ospitalità delle cantine e delle osterie di un tempo”. Per Massimiliano Ossini, il conduttore del programma Rai Uno “Linea Verde”, gli stessi dati d’ascolto e le attestazioni gradimento del pubblico confermano “la voglia di tornare indietro nel tempo per rivivere il territorio. E tutto questo in Puglia c’è: la vostra regione è di moda. Le puntate dedicate alla Puglia registrano sempre indici di ascolto primissimo ordine.“ Poi ancora l'affermazione di Fabio Taiti, presidente del Censis Servizi “Il turismo enogastronomico è sul punto di sbocciare come uno dei grandi fattori attrattivi per il nostro paese ed in questo quadro, la Puglia si colloca con una grande qualificazione dell’offerta enogastronomica, un dinamismo ancora di gran lunga inferiore ai reali meccanismi di sviluppo che può innestare”.
E poi c'è Donatella Cinelli Colombini, la fondatrice del Movimento Turismo del Vino, che afferma la necessità “di un gioco di squadra che porti tutta la Puglia a far sì che l’enoturismo sia una nuova occasione di sviluppo sostenibile per il territorio”.
Il giornalista Rai Michele Peragine ha moderato un incontro sul tema,"Produrre vino nel rispetto dell'ambiente: il caso Puglia". che si è tenuto presso l'area "enoteca dei vini di Puglia" al Vinitaly.
Sono intervenuti, l'Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia Dario Stefàno, Nicola Rossi, produttore pugliese di vini biodinamici, e Alessandro Scorsone, docente e sommelier AIS Roma.
L'Assessore Dario Stefano ha ricordato che la Puglia conta circa 6 mila aziende certificate bio che rappresentano un autentico patrimonio che ci pone ai vertici tra tutte le regioni italiane e ha annunciato che all'Assessorato stanno investendo risorse per la produzione di vini biologici e per questo hanno notato con soddisfazione come tutto ciò stia coinvolgendo in modo prepotente le nuove generazioni di agricoltori.
Il vino biodinamico è una ulteriore esperienza per valorizzare il legame territorio-bottiglia, che in questa fase di globalizzazione fa aumentare la competitività della nostra produzione. Nel disorientamento generale, cresce l'interesse dei consumatori verso vini a "più alto valore intrinseco" in termini di storia, tradizioni e territorio, dicono gli esperti. E le coltivazioni, rispettose dell'ambiente, esaltano la specificità dei singoli luoghi. E ora che la forbice di prezzo con i vini tradizionali si è attenuata, il vino biologico ha retto bene alla crisi.
Sarebbe interessante che si vendessero di più le bottiglie di vino prodotte da chi garantisce con la sua azienda zero emissioni di CO2 (Anidride Carbonica). Le aziende della Puglia potrebbero ottenere la riduzione di emissioni di CO2 applicando i interventi di efficienza e sostenibilità all'interno del processo produttivo.
Oltre a interventi ritenuti più tradizionali e di routine (come l'installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti e la razionalizzazione dei consumi energetici) si potrebbero introdurre accorgimenti ancora poco sfruttati su vasta scala, come la tinteggiatura dei tetti dei silos con il bianco riflettente, un sistema che riduce l'effetto del riscaldamento globale incrementando l'albedo terrestre, ovvero la capacità delle superfici chiare di rimandare indietro i raggi solari limitandone l'influenza sulla temperatura. Si potrebbe porre anche grande attenzione alla mobilità aziendale con l’adozione di una serie di veicoli e scooter elettrici; si potrebbe anche ottenere l'utilizzazione di biciclette "aziendali" per raggiungere il posto di lavoro. Si potrebbe installare una stazione di ricarica elettrica innovativa dotata di un sistema di batterie al vanadium per immagazzinare l’energia prodotta da fonti rinnovabili.
C'è chi l'ha già fatto ovvero l' Azienda Villa Monte Vibiano. Le dimensioni contenute dell'azienda e la sua conduzione familiare hanno reso l'obiettivo emissioni zero più raggiungibile: ha una sessantina di dipendenti e nel 2009 le 340 mila bottiglie di vino e olio vendute in Italia e all'estero hanno portato ad un fatturato di circa 7 milioni di euro.
Comunque per l'azienda centrare il traguardo ha comportato investimenti, e soprattutto una visione strategica della vocazione alla sostenibilità delle tante piccole realtà produttive italiane.
Secondo l’amministrazione dell’azienda gli investimenti in sostenibilità sono arrivati a sfiorare i 10 milioni di euro e il rientro sarà di lungo periodo. Ma puntare sull'ambiente in questo settore produttivo significa in primo luogo migliorare il prodotto e la conseguente posizione sul mercato di un'azienda che produce vino e olio. Chi non si sarà mosso in questa direzione potrebbe essere costretto a rimanere fuori da mercati importanti.
E non è vero che la sostenibilità pesa in primo luogo sui consumatori. Sbaglia chi a questo punto si è fatto l'idea che il costo di tutto questo impegno "verde" non possa che finire per essere scaricato sul consumatore. La Guida dei vini d’Italia 2010 dell’Espresso ha premiato il rosso Villa Monte Vibiano, in vendita tra i 5-6 euro, come migliore bottiglia per rapporto qualità/ prezzo.
A Vinitaly c'è stato anche il presidente dell’Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino professor Giorgio Calabrese, volto noto della cultura nutrizionistica italiana, che all’incontro “Il vino non è alcol” a cui ha partecipato l’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia Dario Stefàno ha avuto modo di dire che “Dalla crisi si esce con la qualità ed il vino pugliese racchiude in sé un patrimonio enologico ed una storia tali grazie alle quali diventerà un indiscusso protagonista. E la Regione Puglia si sta muovendo nella giusta direzione”.
“Queste attestazioni non possono che farci piacere –ha commentato l’assessore Stefàno- e giungono a conclusione di questa edizione del Vinitaly che ha registrato un autentico record di numeri in termini di etichette, di buyers, di visitatori e di giornalisti della stampa specializzata. Un successo meritato che premia lo sforzo ed il talento dei nostri straordinari produttori, come pure riconosce il lavoro sin qui svolto dalle istituzioni. Insieme a Slow Food Puglia, al Movimento Turismo del Vino e AIS Puglia, ai quali ora si aggiunge anche l’ONAV, abbiamo costruito una squadra che proietterà la Puglia nel mercato, non solo italiano, ma anche mondiale e con un ruolo da protagonista”.
“Il bilancio conclusivo del Vinitaly 2010 è senz’altro positivo –ha poi detto l’assessore Stefàno- ed i consensi espressi in questa occasione dagli esperti enologi sono stati unanimi. Il vino pugliese è protagonista in Italia e nel mondo ed i produttori pugliesi vanno via da Verona consapevoli di nuovi traguardi, sempre più ambiziosi, da conseguire. La Puglia cresce ed ottiene attestazioni e riconoscimenti proprio perché c’è sapienza produttiva alla base, grazie alla quale oggi veniamo presi come riferimento. Da qui ricominceremo a tessere la tela di un lungo percorso sempre incentrato sulla qualità, ma capace di esprimere appieno le nostre ancora enormi potenzialità”.
Desidero concludere con un concetto legato alle politiche di sviluppo rurale della UE, dei paesi, delle regioni, degli enti locali. Queste politiche dell'Unione Europea prevedono interventi e azioni e dispongono comunque di risorse, seppure limitate, affinché si possa realizzare nel territorio il distretto, e la condizione necessaria per realizzarlo diventa la presenza dell'impresa. E quando scrivo di impresa non mi riferisco solo a quella vitivinicola o enologica, o agroalimentare, ma anche l’impresa dell’ospitalità, dell’artigianato, del commercio, dei servizi.
L’impresa, qualunque sia la tipologia, si ha con l’imprenditore.
Un imprenditore è tale se possiede professionalità e capacità innovativa. Professionalità e innovazione sono prodotte dalla formazione e dalla ricerca. Il distretto, o se preferite l’accezione
territorio, è dunque alimentato dalla cultura, i cui attributi possono essere molteplici: tecnica, scientifica, gastronomica, turistica, estetica, ambientale, storica, ecc., divenendo diffusamente cultura professionale.
La cultura professionale porta in se la cultura imprenditoriale in tutti i campi delle attività economiche e sociali; cultura dunque necessaria per produrre benessere, occupazione e reddito. In questo ambito si ha l'azione dei Dottori Agronomie e Dottori Forestali ricordando che il D.L. n. 228/2001, all’art. 13 così definisce i distretti rurali: sistemi produttivi locali caratterizzati da
una identità storica e territoriale omogenea derivante dall’integrazione tra attività agricole ed altre attività locali, nonché dalla produzione di beni e servizi di particolare specificità, coerenti con le tradizioni e le vocazioni naturali e territoriali; mentre definisce distretti agroalimentari di qualità: sistemi produttivi locali caratterizzati da significativa presenza economica e da interrelazione ed interdipendenza produttiva delle imprese agricole ed agroalimentari, nonché da una o più produzioni certificate e tutelate ai sensi della vigente normativa comunitaria o nazionale, oppure da produzioni tradizionali o tipiche.
La legge n. 40/1999 definisce i sistemi produttivi locali: aree produttive omogenee caratterizzate da una elevata concentrazione di imprese, prevalentemente di piccole e medie dimensioni, e da una peculiare organizzazione interna.
Dalla sinergia tra Enti locali, i Saperi dell'Università, Dottori Agronomi e Dottori Forestali e Imprese scaturisce lo sviluppo del territorio come afferma Fabio Volo «Fai vedere al tuo sogno che veramente ci tieni a incontrarlo, senza pretendere che lui faccia tutta la strada da solo per arrivare fino a te, poi le cose accadono. I sogni hanno bisogno di sapere che siamo coraggiosi.»


Bibliografia
Antonino Bacarella Vino economia e sviluppo: interazione sistemica
CENSIS Rapporto annuale “Osservatorio sul turismo del vino in Italia” delle Città del Vino
Beatrice Riganti IN VINO VERITAS
Andrea Rea Scenari di marketing del vino. Una prospettiva al femminile
www.montevibiano.it/home/ita/home.htm
www.dnv.it
www.albedocontrol.it

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