domenica 4 aprile 2010

Il Dottore Agronomo di famiglia per proteggere il territorio dalle alluvioni


Il Dottore Agronomo di famiglia per proteggere il territorio dalle alluvioni
di Antonio Bruno*

A Otranto in tutte le lingue e in tutte le salse i funzionari del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e tra questi il dott. Renzo Lolli hanno cercato di far arrivare un messaggio che è il seguente: “La continua evoluzione dell’Unione europea necessita attori del Salento leccese che si trasformino da puri beneficiari ad attivi protagonisti della politica comunitaria nel suo complesso.”
Il Dirigente del Ministero del settore Promozione, Miglioramento e Aiuti Sociali ha riferito nel Workshop organizzato dall’Aprol di Lecce il 31 marzo u.s. che a Bruxelles si è fatta un’analisi critica della Politica Agricola Comune e questo lavoro ha prodotto degli orientamenti che si vanno facendo sempre più chiari. In sintesi entro tre anni SARANNO DIMEZZATE LE RISORSE per lo stoccaggio e i sussidi all’esportazione mentre le nuove politiche potranno essere finanziate se si indirizzano al MIGLIORAMENTO DELLA QUALITA’ E ALLA PROMOZIONE DEL PRODOTTO.
Le risorse per queste azioni passano da 250 milioni a 350 milioni di euro.
Insomma per l’agricoltore che è nella sua piccola e media azienda saranno sempre di meno gli aiuti individuali che per capirci sono gli assegni che arrivano a casa dopo aver fatto riempire le carte da qualcuno.
Allora la Comunità Economica Europea non sosterrà più gli agricoltori del Salento leccese? Il Dott. Renzo Lolli rassicura tutti con le politiche di intervento ad obiettivo che hanno triplicato il loro peso negli ultimi tre anni.
Il Dirigente del Ministero comincia a sciorinare i dati che caratterizzano il comparto olivicolo del Salento leccese e ricorda che il 95% delle risorse sono state impiegate per il miglioramento della qualità mentre solo il 5% è stato utilizzato per la promozione dell’olio d’oliva all’estero.
Il complesso immaginazione - immaginario rappresenta senza alcun dubbio la causa più rilevante della scelta di un prodotto: si vuole soddisfare un bisogno di realizzazione dell’immaginario che è in noi, per concretizzare l’immagine sognata nel desiderio.
L’idea che abbiamo dell’olio d’oliva gioca un ruolo importante perché, vi è la prevalenza degli aspetti immateriali che influenzano le scelte, le aspettative e, in generale, tutto il processo di acquisto. Il grado di soddisfazione del consumatore di olio d’oliva, infatti, è inversamente proporzionale alla divergenza tra immagine proposta e realtà percepita.
È necessario comunque uno sforzo culturale maggiore: la comunicazione interculturale è l’elemento di base per uscire dalla logica della differenza, tanto cara al marketing contemporaneo.
Le strategie di sviluppo in una qualsiasi località sono strumenti per creare identità del territorio ecco perché il successo dell’olio d’oliva del Salento leccese è legato allo sviluppo dell’intero territorio. Identità, che è fortemente sostenuta anche dalla cultura e, quindi, dalle persone che vivono all’interno della comunità. Esiste una coevoluzione e codeterminazione fra questi due aspetti; non è possibile creare forti discrepanze fra promesse del prodotto e percepito. Tutto questo non può essere affidato al nostro produttore olivicolo perché tutti sappiamo che vi è una marcata frammentazione delle quasi 250.000 aziende agricole pugliesi, la cui superficie media è di 4,8 ettari, ben al disotto della media nazionale (7,6 ettari) e dei valori europei o dei Paesi concorrenti del bacino del Mediterraneo. E’ da aggiungere che 90.000 aziende (che rappresentano più di un terzo delle aziende regionali) ha una estensione inferiore ad 1 ettaro mentre 160.000 aziende (che rappresentano oltre il 60%) è sotto ai 2 ettari.
Altro elemento di debolezza del settore agricolo pugliese è la senilizzazione dell’imprenditoria agricola (ci sono imprenditori agricoli molto anziani): la scarsa attrattività occupazionale e residenziale del settore è dimostrata dal rapporto di 1 a 10 tra gli imprenditori under 35 anni e gli over 65.
E’ in questo scenario che la proposta della Nuova Politica Comune va applicato. Ecco il riferimento vero, questa è l’agricoltura che c’è nella Puglia e con questa agricoltura bisogna operare.
Il Dott. Renzo Lolli continua la sua relazione affermando che la promozione del comparto olivicolo è essenziale per il modello di sviluppo dell’export e che ci sono paesi come la Cina che anche non applicando Dazi doganali attua un protezionismo subdolo. Il Dott. Lolli ha notato una ciclicità di destinazione di risorse alla promozione dell’olio d’oliva e ha ricordato che questo vanifica i risultati perché la promozione funziona in modo progressivo e dare uno stop significa perdere i risultati acquisiti.
Alla debolezza strutturale delle imprese agricole della Puglia c’è da aggiungere la burocrazia di Bruxelles che arriva a far riprodurre un fascicolo che è in Italia sino a farlo spedire a Bruxelles. Le norme del paradosso della sussidarietà che spostano tutto al centro e che andrebbero invece delegate a ogni Regione.
Propone il modello Envelope già applicato nel vino. Si tratta di importanti misure per rafforzare la capacità competitiva delle imprese e aumentare le capacità penetrative nei mercati internazionali.
In ragione delle riconosciute particolarità dell’olio d’oliva bisogna rendere l’olio d’oliva come il vino, dotandolo di una sua specifica natura di prodotto trasformato. C’è la necessità di renderlo per davvero estremamente differenziato in termini di qualità, valore commerciale e mercato di riferimento.
C’è stato dopo il Dott. Lolli l’intervento del Dott. Carmelo Calamia della Provincia di Lecce che ha annunciato ai presenti la disponibilità di 7 milioni di Euro per l’Agricoltura leccese per le economie derivanti dai Patti Territoriali. Il Dott. Calamia pensa di impiegare queste risorse per un progetto sulla “Qualità” da realizzare attraverso un tavolo verde della Provincia. Inoltre annuncia la disponibilità immediata di un progetto del Ministero degli Affari Esteri che riguarda l’internazionalizzazione con la Tunisia e vi è la disponibilità di 200 milioni di Euro per accordi commerciali tra aziende Tunisine ed Italiane.
Siccome il Dott. Calamia ha iniziato la sua attività professionale a Bruxelles ricorda che alla mensa della CEE che fornisce circa 20 mila pasti al giorno non c’era mai l’olio italiano e che ci sarebbe da porre attenzione anche ai bandi per la fornitura di prodotti direttamente alle strutture della comunità.
La questione è come al solito di qualcosa che incentivi l’accordo, di quel meccanismo che spinge a stare insieme le persone, perché è da quando eravamo bambini che abbiamo preso atto che “l’unione fa la forza”.
I Dottori Agronomi e i Dottori Forestali sono a disposizione di quest’anelito mettendosi in gioco e collegando il proprio compenso al successo commerciale dell’impresa. Per collegare il prodotto al territorio che è nel 99% Paesaggio rurale c’è bisogno del Dottore Agronomo e del Dottore Forestale. Ma c’è anche l’aspetto della messa in sicurezza del territorio dal rischio idrogeologico che riguarda l’intera collettività. Se non si sostenesse l’olivicoltura delle aziende che non sono impresa agricola si otterrebbe il malaugurato risultato del progressivo abbandono del territorio da parte degli agricoltori. A questo ci è da aggiungere che il rapido processo di urbanizzazione, spesso incontrollata, non e’ stato accompagnato da un adeguamento della rete di scolo delle acque ed è per questo che è necessario intervenire per invertire una tendenza che mette a rischio la sicurezza idrogeologica del Salento leccese. Questa situazione è aggravata dai cambiamenti climatici in atto che si manifestano con una maggiore frequenza con cui si verificano eventi estremi, sfasamenti stagionali, maggior numero di giorni consecutivi con temperature estive elevate, aumento delle temperature estive e una modificazione della distribuzione delle piogge.
Noi Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Lecce siamo sempre più spesso costretti a intervenire per richiedere la proclamazione dello stato di calamità per forti temporali, soprattutto quando si manifestano con precipitazioni intense, e come tutti osserviamo provocano gravi danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento.
Ed ecco la proposta nell’esclusivo interesse del territorio di una gestione da parte dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali che strutturati in “condotte” come i medici di famiglia gestiscano la salute de i terreni e quindi anche degli oliveti improduttivi. Agli imprenditori agricoli che producono per il mercato interno e internazionale noi Dottori Agronomi e Dottori Forestali garantiamo una consulenza che vedrà un corrispettivo solo in base all’aumento di valore aggiunto determinato dalla nostra azione.
Queste solo le proposte per il comparto anche perché l’accanimento nel continuare a praticare strade già fatte per 32 anni che non hanno dato alcun risultato sarebbe davvero privo di giustificazione e assolutamente velleitario.
*Dottore Agronomo

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