venerdì 12 marzo 2010

Le ossa di Palma non saranno nei musei perché le Palme non hanno le ossa


Le ossa di Palma non saranno nei musei perché le Palme non hanno le ossa
di Antonio Bruno*
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Abstract Riassunto
A Brindisi oggi venerdi 12 marzo, un convegno internazionale sul verde pubblico, con particolare riferimento alla nota problematica del punteruolo rosso delle palme. Titolo del convegno “La lotta al punteruolo rosso: tra dubbi e certezze. La tendenza è che perderemo il 50% delle Palme nel 2011 e nel giro di pochi anni di Palme non ne sentiremo parlare più!
Bisogna eliminare tutte quelle piante in evidente stato di sofferenza. Stessa dichiarazione dal Dottore Agronomo Rosario Rosano Direttore dei Giardini Pubblici di Palermo. L'Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali di Lecce da qualche mese sta affrontando il problema con un gruppo di studio appositamente istituito di cui ha riferito il collega Dottore Agronomo Fabio Ippolito.
Interessante nella sua relazione l'esito di un intervento del 2008 – 2009 su 30 palme ad opera di un “guaritore” in possesso di un MIX SEGRETO che ha sortito l'effetto nel novembre del 2009 della morte di più della metà delle palme, insomma ne sono sopravvissute solo 13 e non sappiamo per quanto tempo ancora.
Poi è venuto il turno del Prof. Porcelli, ha parlato dell'endoterapia unica speranza di prevenzione, ha dimostrato l'inutilità del monitoraggio e l'inefficacia della terapia.
Interessante l'ultimo intervento del Dottore Agronomo Anna Percoco dell'Area Politiche Sviluppo Rurale Servizio Agricoltura “Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia” che ha rilevato come le spese per lo smaltimento delle Palme siano passate dopo il finanziamento di 400 Euro a Palma della Regione a questo prezzo contro i 1.000 Euro che si richiedevano all'inizio.
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A Brindisi oggi venerdì 12 marzo, un convegno internazionale sul verde pubblico, con particolare riferimento alla nota problematica del punteruolo rosso delle palme. Titolo del convegno “La lotta al punteruolo rosso: tra dubbi e certezze. Alcune esperienze italiane ed europee.
Ricordate che ci dicevano che i Dinosauri dominavano il Pianeta Terra? Io non ne mai visto uno se non sotto forma di scheletro. Ma le Palme non hanno scheletro e quindi non ne sentiremo parlare né potremo immaginarcele se non guardando vecchie foto.
La tendenza è che perderemo il 50% delle Palme nel 2011 e nel giro di pochi anni di Palme non ne sentiremo parlare più!
Bisogna eliminare tutte quelle piante in evidente stato di sofferenza. Bisogna fare in fretta.
Quando i sintomi sono ormai evidenti l’insetto ha già compiuto sulla pianta la sua seconda generazione e già volato su altri esemplari.
Paradossalmente l’emergenza causata dalla comparsa e repentina diffusione dell’attacco con conseguente decreto di eradicazione, che prevede la distruzione delle piante colpite dal parassita, ha bloccato la strategia di controllo.
Ma c'è un sistema di controllo brevettato dall’Istituto Agronomico Mediterraneo al termine di una sperimentazione alla quale ha partecipato il Prof. Francesco Porcelli.
Il controllo integrato consiste «nell’uso concertato e concorrente di diversi mezzi e metodi di controllo (chimico, fisico, agronomico, biologico, biotecnico etc. etc.)
C'è comunque una buona notizia perché nei vivai le palme in vendita sono al sicuro in quanto l’uso massiccio degli insetticidi, vietati nei centri urbani, rende nulli gli attacchi dell’insetto.
Rebus sic stantibus tutti dovremmo capire che....ma un attimo prima vi racconto come si sono susseguiti gli interventi e, solo alla fine, vi rivelerò le conclusioni a cui sono giunto dopo aver ascoltato il susseguirsi delle relazioni coordinate dall' ottimo Ingegnere De Petro, Direttore di AGRISETTE su Telenorba e soprattutto Presidente dell'Associazione Italiana Stampa Agricola, Agroalimentare e Ambientale.
Il grido di dolore giunge dai Direttori Tecnici del Verde, lo dice il Dott. Stefano Cerea Presidente dell'Associazione Italiana Direttori e Tecnici Pubblici Giardini che rispondono di tutto ciò che avviene e a cui viene sempre attribuita parte della responsabilità di quanto accade nel verde urbano pubblico.
Il Vice Presidente dell'Associazione è il Dottore Agronomo Giovanni Nardelli che è certo che l'unico FITOIATRA, il medico della Terra, sia il Dottore Agronomo e il Dottore Forestale che mette a disposizione della collettività le sue capacità di difesa dell'ambiente.
Poi è la volta del Dottore Agronomo Marco MORABITO Direttore dei Giardino Pubblici di Catania che sciorina una serie di dati che in sintesi fanno timidamente sostenere al nostro collega che si è avuto un rallentamento ma non si ha ancora la soluzione.
Stessa dichiarazione dal Dottore Agronomo Rosario Rosano Direttore dei Giardino Pubblici di Palermo. Il dato è che nel 2005 le Palme di Palermo stavano tutte bene, ma dal 2008 dopo l'attacco si è diretti verso il solito “rallentamento ma non soluzione”.
Siccome ad essere attaccata è la Phoenix canariensis, comunemente nota come palma delle Canarie a Palermo ormai i colleghi pensano di impiegare la Phoenix dactylifera L. che invece pare non sia preferita dal nostro insetto.
Insomma i miei colleghi che si sono confrontati con questo insetto hanno dichiarato di essere stati sconfitti. Vi prego di credermi anche nelle parole e nelle espressioni hanno comunicato a tutti la loro frustrazione, la depressione di chi vorrebbe trovare una soluzione ma non ci riesce.
L'Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali di Lecce da qualche mese sta affrontando il problema con un gruppo di studio appositamente istituito di cui ha riferito il collega Dottore Agronomo Fabio Ippolito.
La comunicazione del collega Ippolito è stata tutta centrata sul concetto che una palma dell'800 è un monumento vegetale alla stregua di una chiesa barocca del 600 e che quindi la collettività attraverso appositi finanziamenti dovrebbe provvedere a tutelare. L'intervento pubblico invece appare incomprensibile nel caso di palme di qualche decennio o peggio di qualche anno il cui costo per la difesa dovrebbe essere posto a carico dei proprietari.
Per esprimere tutta l'amarezza di una serie di tentativi senza successo nella Città di Brindisi ha relazionato il collega Dottore Agronomo Teodoro Frigone. Interessante nella sua relazione l'esito di un intervento del 2008 – 2009 su 30 palme ad opera di un “guaritore” in possesso di un MIX SEGRETO che ha sortito l'effetto nel novembre del 2009 della morte di più della metà delle palme, insomma ne sono sopravvissute solo 13 e non sappiamo per quanto tempo ancora.
Appena qualche minuto per la pausa caffè e poi abbiamo ascoltato metodologie italiane e spagnole tutte costellate di insuccessi clamorosi e poi alla fine di flebili speranze, di ipotesi, di percorsi che seppure intrapresi non danno alcuna certezza riguardo gli esiti.
Su questa falsa riga varie ipotesi di chirurgia sugli alberi (dendrochirurgia) mixate con endoterapia e trattamenti preventivi di pesticidi spruzzati sulla chioma.
Ognuno ha comunicato la sua esperienza e i suoi tentativi, l'ha fatto il Dottore Agronomo Longhin, il Prof. Joseph Riba, il Dott. Barroso, tutti con metodologie che però non hanno alcuna certezza di riuscire.
Poi è venuto il turno del Prof. Porcelli, ha parlato dell'endoterapia unica speranza di prevenzione, ha dimostrato l'inutilità del monitoraggio e l'inefficacia della terapia.
Tarando sul peggio si può fare il meglio possibile! Eccolo il meglio possibile secondo la mia opinione, stante le dimostrazioni scientifiche del Prof. Porcelli, la prevenzione oppure la rassegnazione a vedere le Palme solo in fotografia, perché non avendo lo scheletro nessuno potrà vedere nei Musei le ossa di Palma.
Interessante l'ultimo intervento del Dottore Agronomo Anna Percoco dell'Area Politiche Sviluppo Rurale Servizio Agricoltura “Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia che ha rilevato come le spese per lo smaltimento delle Palme siano passate dopo il finanziamento di 400 Euro a Palma della Regione a questo prezzo contro i 1.000 Euro che si richiedevano all'inizio. Perché a mangiare Palme, dice la collega, non è solo il Punteruolo Rosso.

*Dottore Agronomo

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