giovedì 24 dicembre 2009

La Stella di Natale Curiosità e tecnica di coltivazione







La Stella di Natale Curiosità e tecnica di coltivazione
dr. Alberto Lanzi
Legnaia Vivai - società agricola a r.l.

La sua origine è antica e proviene da molto lontano, ma nelle nostre case a Natale non manca mai
Storie antiche narravano della Stella di Natale (Euphorbia pulcherrima Willd) come quella che colora di rosso le strade della nostra città. Ebbene l’usanza di regalarla è relativamente recente. L’essenza, scoperta dagli Spagnoli che arrivarono con Cortez nel 1520 in America, si diffuse nel
mondo grazie all’ambasciatore degli Stati Uniti Robert Poinsett che, dopo un viaggio in Messico, la portò nel 1825 nella sua casa in Carolina per coltivarla nel suo giardino. In suo onore la Stella di Natale, del genere dell’Euphorbia, fu anche chiamata Poinsettia pulcherrima (dal latino “bellissima”). Quindi, dall’America deriva l’uso di regalarla per Natale insieme al vischio. Appartiene ad uno dei più grandi generi, l’Euphorbia che racchiude oltre 1700 specie di piante da tutto il mondo. Molte di queste, se incise, emettono una sostanza bianca molto urticante, quindi attenzione (meglio metterla fuori dalla portata dei piccoli!). La pianta, dalle tipiche brattee rosse, rosa, bianco e salmone (ovvero foglie colorate), viene coltivata da noi in Sicilia e nella Riviera Ligure ed in Toscana. La Stella di Natale fiorisce da dicembre a marzo; i fiori si chiamano
ciati. La coltivazione della Stella di Natale inizia ai primi di agosto ma può anche essere ritardata se voglio coltivarla solo in vasi piccoli; infatti si arriva anche a fine settembre (settimana 39).
L’Euphorbia è una tipica pianta a giorno corto,quindi per andare a fiore ha bisogno di periodi luminosi non oltre le 10 ore; ha elevate esigenze di temperatura, per esempio la minima notturna di 18°-20°C. Per quanto concerne i substrati di coltivazione devono avere un pH intorno a 6, quindi sub-acido; sia le torbe bionde che brune sono le preferite; comunque è fondamentale che il substrato sia molto drenato onde evitare l’insorgenza di malattie a livello radicale, come vedremo di seguito. Attualmente in commercio ci sono molti substrati già pronti con caratteristiche idonee alle esigenze della Poinsettia, anche se molto importante rimane il controllo dei valori di pH e salinità durante il ciclo di coltivazione per favorire un’ottimale solubilità degli elementi fertilizzanti. In base al prodotto finale che vogliamo ottenere è opportuno, durante la pianta, in serra vengono abbassate le temperature a 16°C in modo da stimolarne l’indurimento e i trattamenti vengono cessati, per non danneggiare le brattee.
La pianta deve essere tenuta in un ambiente luminoso, non teme la luce del sole diretta nel periodo invernale. Una volta terminata la fioritura, la pianta fisiologicamente perderà parte delle foglie.
Le principali avversità
La Stella di Natale è soggetta, durante il ciclo di coltivazione, a diverse fitopatie (danni causati da insetti e funghi); di seguito verranno prese in considerazione le più diffuse.
Aleurodidi o mosche bianche: (Trialeurodes vaporariorum, Bemisia tabaci)
Una delle fonti di entrata di questi insetti è rappresentata dalle talee, ma un attento controllo deve essere fatto anche in serra, per esempio eliminando le malerbe che a volte si trovano sotto i bancali, o facendo attenzione ad eventuali orti o colture sensibili agli aleurodidi vicino alle nostre serre, soprattutto nel periodo di fine settembre metà ottobre, in corrispondenza degli abbassamenti di temperatura esterni.
La lotta si può effettuare con diversi principi attivi: piretrodi, Buprofezin, contro le forme giovanili, oppure si possono effettuare trattamenti per bagnatura con prodotti sistemici, tra cui il più utilizzato è Imidacloprid che, dato al susbtrato, prosegue la propria azione insetticida per circa due mesi, proteggendo la pianta senza la necessità di ulteriori trattamenti; ultimamente si sono verificati fenomeni di ridotta efficacia dell’azione insetticida di Confidor, probabilmente anche a causa di un suo utilizzo eccessivo. È in commercio un nuovo principio attivo: Pymetrozine anch’esso ad azione
sistemica.
Tripidi
(Frankliniella occidentalis, Echinotrips americanus)
I sintomi sono rappresentati da lievi deformazioni delle foglie e presenza di decolorazioni sottili e bollosità. Si manifestano soprattutto nella stagione estiva. Con l’abbassamento delle temperature
che si verificano da settembre in avanti, non si rende necessario alcun trattamento, anche perché le
foglie colpite sono quelle basali, che non compromettono la qualità finale del prodotto. La loro precoce presenza è di semplice rilievo, grazie all’osservazione delle trappole cromotropiche
azzurre. Si consiglia di iniziare i trattamenti alla loro comparsa.
Contro gli aleurodidi è possibile effettuare la lotta biologica, con l’utilizzo di Encarsia formosa ed Eretmocerus mundus: due imenotteri che parassitizzano Trialeurodes vaporariorum e Bemisia tabaci. Il lancio di questi due insetti utili si consiglia intorno alla fine di agosto, quando si verifica
un’intensificazione degli attacchi da aleurodidi.
Malattie del colletto
Nella fase iniziale di coltivazione, è frequente l’insorgere di Rhizoctonia solani, anche se si sono instaurati su Poinsettia altri funghi, appartenenti ad altre famiglie e quindi per la difesa sono necessari altri tipi di fungicidi, rendendo più complessi anche gli eventuali trattamenti preventivi fungicidi.
La difesa contro questo fungo è di tipo preventivo, evitando l’insorgere delle condizioni ambientali che favoriscono l’infezione, oppure di tipo chimico, sia preventivo sia curativo.
Marciume basale bianco o marciume dello stelo (Sclerotinia sclerotiorum)
La malattia, si presenta con un marciume della parte bassa della pianta coinvolgendo fusto e rami. Il fusto appare bruno e con la superficie disidratata; mentre l’interno a fine infezione, appare completamente disgregato. Quando il fungo fuoriesce dai tessuti si può osservare una muffa
biancastra, con dei piccoli corpi neri, che rappresentano gli sclerozi, (forme di sopravvivenza).
La fase finale dell’infezione consiste nell’avvizzimento e morte dell’intera pianta.
La lotta preventiva consiste, come nel caso della Rhizoctonia, nell’evitare le seguenti condizioni: ristagni di acqua, eccessiva fittezza delle piante; occorre allontanare subito e distruggere le piante colpite, per bloccarne la diffusione. In commercio ci sono prodotti chimici efficaci da applicare
nella zona del colletto.
Muffa grigia Causata dal fungo Botrytis cinerea
Il fattore ambientale che favorisce tale fungo è prevalentemente l’elevata umidità relativa; i sintomi sono rappresentati da disseccamenti fogliari nerastri, che vanno dal margine verso l’interno della foglia, che si ricoprono di un’evidente muffa grigio scura. La lotta preventiva non è sufficiente, si
può intervenire con prodotti a base di Iprodione.
Alcuni di questi prodotti, in fase di fioritura possono risultare fitotossici.
Da notare che tra le cultivar di Poinsettia, “Freedom” risulta essere una tra le più sensibili ai trattamenti con antiparassitari.
Oltre a danni causati da insetti o entità fungine, si ritrovano anche diverse fisiopatie,ossia danni causati da agenti abiotici e sono:
ustioni fogliari
Si manifestano con imbrunimenti e disgregazione dei tessuti fogliari, inizialmente costituiti da aree giallo-brune. Le cause più frequenti sono rappresentate da bagnature fogliari o antiparassitari
effettuate in giornate molto luminose. I trattamenti antiparassitari devono essere effettuati preferibilmente in giornate nuvolose o nelle ore dopo il tramonto, per evitare tali inconvenienti.
bordatura giallastra dei margini fogliari
Tale fisiopatia è provocata da un uso in dose eccessiva di brachizzante o da trattamenti eseguiti in condizioni ambientali non corrette: alte temperature e sole diretto.

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