lunedì 21 dicembre 2009

La rivoluzione agricola


La rivoluzione agricola
Giovanni Cianti, 28 Luglio 2009
Circa 150.000 anni fa un gruppo di sapiens migrò dall’Africa fino all’Europa, allora sommersa dai ghiacci. Erano i Neanderthal che si sarebbero estinti 120.000 anni più tardi. Quasi contemporaneamente un altro gruppo - i sapiens sapiens - lasciava il continente africano per diffondersi con ondate successive sull’intero pianeta del quale sarebbe divenuto la razza dominante. E finalmente – a quanto oggi sappiamo - dodicimila anni fa, al termine dell’ultima glaciazione il sapiens sapiens iniziò a domesticare piante e animali. Nel tardo Paleolitico[1] l’orzo e il grano selvatici crescevano spontaneamente nell’attuale Turchia, in Iraq, in Siria, in Giordania, Libano e Israele, la cosiddetta Mezzaluna Fertile. In questa area geografica molte tribù abbandonarono il nomadismo e divennero stanziali, acquisendo tra l’altro velocemente il concetto di proprietà. Probabilmente coloro che per primi iniziarono a coltivare i cereali avevano studiato a lungo la loro crescita spontanea, anche se mantennero per un certo tempo le abitudini di caccia e raccolta prima di dedicarsi completamente al lavoro dei campi. Si iniziò anche ad allevare gli animali, fonte sicura di carne, latte e pelli. Non tutti si piegarono al lavoro agricolo sicuramente imposto con la forza tant’è che sopravvivessero numerose tribù di cacciatori in convivenze non sempre pacifiche con i contadini. Nelle zone meno fertili, Asia centrale, Sudan, area circumsahariana, prese avvio la pastorizia, formando gente dura e rude, guerrieri che per millenni avrebbero reso la vita difficile a re e imperatori e che solo la rivoluzione industriale – nel secolo scorso – avrebbe finalmente domati. Con l’agricoltura si diffuse immediatamente il sapere, la scienza, la cultura in una parola la civiltà. Dalla Mezzaluna Fertile, la tecnologia agricola arrivò in India, nel Nord Europa, nel Nord Africa. Sorse spontanea in Cina a partire dal bacino del Fiume Giallo e da lì fino al Mare Cinese del Nord e al bacino dello Yangtze. Contemporaneamente emerse anche nel Sud Est Asiatico, nell’America Centrale e in Perù. Iniziò così quell’avventura dell’uomo che si sarebbe completata duecento anni fa con la rivoluzione industriale. L’agricoltura è stata l’unica cultura del mondo per almeno 10.000 anni.

Le tappe dell’agricoltura
Il passaggio dalla caccia all’agricoltura fu rapido, quasi immediato e ancora oggi in parte non spiegato[2]. Forse venne favorito dal clima oppure dall’aumento della popolazione, ma il passaggio da un sistema di approvvigionamento efficiente come la caccia a tecniche laboriose, pesanti e dipendiose come lo sono quelle agricole non si spiega facilmente. Certo la resa in termini di territorio era favorevole, si stima infatti che per sostentare una famiglia di cacciatori fosse necessaria un’area tra i 100 e i 1000 ettari mentre con l’agricoltura ne sono sufficienti 10. Numerose ipotesi sono state fatte, alcune sicuramente molto fantasiose e le vedremo più avanti. Anche se raggiunsero il pieno sviluppo solo nel periodo Neolitico, i prodromi dell’addomesticamento di piante e animali risalgono al Paleolitico Superiore quando si hanno tracce della macinazione di semi. Eccone i tratti salienti.
· 16.000 anni fa. Viene addomesticato il lupo asiatico e inizia il sodalizio cane - uomo.
· 14.000 anni fa. Lungo il basso Nilo si hanno tracce della macinatura di cereali selvatici che sorgono un poco ovunque alla fine dell’ultima glaciazione.
· 12.000 anni fa. Termina l’ultima glaciazione di Wurm. Al posto della steppa si sviluppano boschi di querce, castagni e noccioli. L’ultimo ponte di ghiaccio in Alaska consente ancora all’uomo la migrazione nelle Americhe. Prende avvio la domesticazione delle capre.
· 11.000 anni fa. L’analisi del DNA del frumento selvatico dimostra che la coltivazione è già cominciata. Il reperto viene trovato nella zona del Karacadag in Anatolia. Vengono addomesticati i primi animali da allevamento.
· 10.000 anni fa. Nella Mezzaluna Fertile si iniziano a coltivare i campi, ricavando cereali e legumi.
· 9.000 anni fa. Si addomesticano maiale, pecora e bue. La produzione agricola ha già raggiunto un livello tale da sostenere insediamenti di migliaia di persone, molte delle quali non impegnate nel lavoro agricolo. Sorgono le prime città di cui le più importanti saranno Gerico in Israele e Catal Huyuk in Turchia. Sono ancora solamente dei grossi villaggi ma hanno già caratteristiche urbane. Si sviluppano il commercio la lavorazione delle ceramiche e dei metalli insieme a pittura, scultura, musica e danza. Il surplus alimentare supporta caste di politici e preti.
· 9.000 - 6.000 anni fa. Si hanno le prime evidenze di agricoltura nell’America Centrale e in Perù (mais, manioca, patata).
· 8.800 anni fa. Viene fondato il villaggio di Jarmo in Kurdistan
· 8.000 anni fa. Anche in Africa, Asia e Australia l’agricoltura ha inizio.
· 7.600 anni fa. Una straordinaria inondazione dovuta allo scioglimento dei ghiacciai sommerge il Medio Oriente. Il Mare Mediterraneo esonda nel Mar Nero. L’episodio è ricordato dalla Bibbia come Diluvio Universale.
· 6.500 anni fa. Il cavallo viene utilizzato per il trasporto
· 6.000 anni fa. Si inizia la coltivazione del riso in Cina e Tailandia. In Nuova Guinea si allevano i maiali.
· 5.700 anni fa. I Sumeri inventano la ruota e per la valle del Tigri comincia un grande sviluppo.
· 5.000 anni fa. In varie parti del mondo, Cina, Egitto, Medio Oriente compaiono i primi esempi di scrittura. Lo sviluppo del pensiero astratto si fa sempre più forte. Sorgono le prime civiltà idrauliche sulle rive del Nilo e del Tigri - Eufrate. Nasce lo studio delle scienze e comincia una vera e propria urbanizzazione di massa.
GC

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