sabato 26 dicembre 2009

Il Tar boccia il fotovoltaico alla Masseria Miggianello


Il Tar boccia il fotovoltaico alla Masseria Miggianello
Lecce (Salento) - Il Tribunale Amministrativo della Puglia, sezione distaccata TAR Lecce, ha ordinato nella mattina del 24 dicembre, alla vigilia di Natale, la sospensione di ogni attività di realizzazione di un grande impianto fotovoltaico, ben 45 ettari , che stava devastando la località rurale e naturale di Miggianello, tra gli agri di Scorrano, Botrugno, Sanarica e Muro Leccese, ricadente in pieno "Parco dei Paduli-Bosco Belvedere", recentemente istituito dalla Regione Puglia.
Già da alcune settimane la ditta straniera Schüco, tedesca, aveva iniziato i lavori di sbancamento del sito per la realizzazione di un vastissimo impianto industriale fotovoltaico in piena zona agricola, arrecando grave danno al paesaggio e al territorio, sfigurando la cornice rurale della locale masseria settecentesca, inclusa nei percorsi turistici della Provincia di Lecce, e danneggiando aree rimboschite sottoposte a stringente vincolo forestale. Per fermare la devastazione che si annunciava l'Associazione Nazionale “Italia Nostra” insieme alla locale Associazione “Grande Salento” avevano presentato, nei regolari tempi previsti, un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale di Lecce, assistite dall'avvocato Donato Saracino di Martano. Nel ricorso si sono evidenziate numerose irregolarità sottoposte al vaglio dei giudici e si è adito il diritto alla tutela del paesaggio, sancito inequivocabilmente dall'articolo 9 della Costituzione Italiana, tanto più in un sito di così alto pregio naturalistico. Il Tar, preso atto della gravità della situazione, e dei punti contestati e denunciati da Italia Nostra, aveva deciso di entrare nel merito della vicenda, e aveva fissato l'udienza per la discussione del merito al 10 febbraio prossimo. Intanto però la ditta fotovoltaica Schüco, nonostante il coinvolgimento della magistratura, non aveva autosospeso la sua attività, ma aveva iniziato incurante i propri lavori, anche a ritmo piuttosto sostenuto, realizzando in pochi giorni ampi sbancamenti dei suoli per il passaggio di centinaia di metri di cavidotti, anche lungo l'antica stradina campestre che lambisce l'importante chiesetta greca del ‘300 di Santa Maria di Miggiano, dal caratteristico tetto a tegole e affrescata nello stile bizantino! Si aggiungono anche: opere di realizzazione di cabine di trasformazione della corrente, trivellazioni per pali, antenne, cementificazioni, lo stravolgimento dei terreni con l'azione di infliggimento di centinaia di pali in metallo per il sostegno dei pannelli fotovoltaici, ecc., ecc. ; è questo il catastrofico scenario, che si è presentato inaspettatamente agli occhi degli attivisti di Italia Nostra, alcuni giorni fa, in pieno Parco Paduli-Bosco Belvedere, durante un sopralluogo! Informatone il Tribunale dell’inaudito scempio in atto, il giudice delegato del Tar Lecce, Massimo Santini, dopo aver approfondito il caso e vista anche una eloquente documentazione fotografica, ha accolto con urgenza "l'istanza di misure cautelari provvisorie" presentata dall'avvocato Saracino per le associazioni ricorrenti, e per ottenerne "l'effetto", il giudice ha sospeso la determinazione regionale del Servizio Industria, del 15 giugno 2009, che aveva autorizzato alla Schüco lo stravolgimento deturpativo dell’amena vallata di Miggianello! Il sito di masseria Miggianello, che riposava placido tra il verde dei pini e l’argento degli olivi, per la sua speciale ubicazione, ben aveva conservato l’atmosfera antica della civiltà contadina salentina. Gli attivisti di Italia Nostra, insieme ai cittadini salentini e alle forze politiche di opposizione della Città di Scorrano, capeggiate queste ultime dal consigliere Mario Camboa, che si sono opposti e si stanno opponendo a questo uso irrispettoso del territorio, che ne calpesta il valore identitario, plaudono alla decisione del Tar e sperano in futuri responsabili forti e decisivi interventi delle amministrazioni e delle istituzioni coinvolte per il ripristino pieno dello stato dei luoghi, con l’asporto degli inquinanti e degli elementi invasi, cavi, pali metallici, cementificazioni, ecc. apportate in questi ultimi giorni nel sito, e la ricostruzione degli originali muretti a secco danneggiati.
L’autorizzazione regionale per questo vasto ed impattante impianto fotovoltaico giungeva in totale azione di incoerenza con la nascita del “Parco dei Paduli-Bosco Belvedere”, fortemente voluto dalla medesima giunta regionale! Un’incomprensibile contraddizione tra quanto perseguito da una parte dall'Assessorato all'Assetto del Territorio attento al bene paesaggio, all'economia turistica e agro-pastorale del Salento, e dunque alla qualità di vita dei salentini, e dall’altra dal Servizio Industria della Regione, che ha invece aperto le porte a una vera e propria colonizzazione selvaggia del territorio pugliese da parte delle grandi aziende dell'energia, talvolta, come in questo caso, neppure locali. Aziende che portano con se anche le loro maestranze, con bassa ricaduta occupazionale sul territorio, dove, al più, assoldano con contratti brevi forze del luogo, solo per il breve periodo dell’attività di cantiere, assumendone poi, di queste, pochissimi operai, a lavori ultimati, per la manutenzione e controllo degli impianti, che essendo altamente automatizzati, abbisognano di bassissimo personale. Nel lungo periodo, placatasi l’onda strumentalizzante dello sviluppo a tutti i costi e ad occhi chiusi per superare la crisi, onda che vuole giustificare questi orrori, si svela tutta la falsa amara illusione di chi diceva che avrebbe portato roseo benessere e ha lasciato invece solo spine, di fronte ad un territorio depredato, ormai sfregiato irrimediabilmente, stuprato nella sua anima e privato della sua bellezza ed integrità, vere fonti di vera ricchezza culturale ed economia per tutti, nonché presupposti irrinunciabili per una buona qualità di vita di chi vive o ha scelto di vivere nel territorio salentino.

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